Alla ricerca del “Gigante di Bari”: incontro con Marco Loconsole a Bitonto

Partendo dalle informazioni documentali acquisite nel corso delle indagini bibliografiche, l’attività di ricerca di varietà locali di finocchio ci ha portati a visitare diverse aziende della provincia di Bari, in areali tradizionalmente ‘vocati’ alla produzione di questa specie. Nel corso dello scorso mese di dicembre abbiamo incontrato il sig. Marco Loconsole, titolare di un’azienda ad indirizzo orticolo nelle campagne di Bitonto (BA). Il sig. Loconsole è un tipico orticoltore “barese”, appassionato alla coltivazione di finocchi (tipicamente in rotazione con cicorie e cavoli), che poi sono commercializzati presso il mercato ortofrutticolo di Bari.

Il sig. Loconsole ci ha raccontato di coltivare da sempre la “vecchia” varietà locale di finocchio denominata “Gigante di Bari”, di cui gelosamente conserva e moltiplica il seme, originariamente selezionato da suo nonno negli anni ‘50 e tramandato poi alle generazioni successive: si tratta di una varietà che produce grumoli di grossa pezzatura, ben adattata all’ambiente pedoclimatico locale ed al tradizionale ciclo di produzione autunno-vernino pugliese.

A detta del sig. Loconsole, il “Gigante di Bari”, diffuso ed apprezzato dagli orticoltori baresi fino a circa 10-15 anni fa, è stato tuttavia progressivamente sostituito dai moderni ibridi rilasciati da varie ditte sementiere, caratterizzati da una pezzatura del grumolo più contenuta, più uniforme ed idonea alle richieste della moderna distribuzione commerciale. Il sig. Loconsole riesce invece ancora a “valorizzare” i grumoli di questa vecchia varietà su alcuni mercati ortofrutticoli locali.

A titolo di cronaca, il sig. Loconsole ci ha anche riferito di un singolare evento “fitopatologico”, occorso circa 20 anni fa negli orti baresi a danno delle locali varietà di finocchio: la rapida diffusione di una strana malattia, denominata dagli agricoltori il “cancrodel finocchio (“u’ ciald”, secondo il dialetto barese), in grado di attaccare le piante dalle foglie al colletto con conseguenti danni economici molto gravi, consistenti spesso nella perdita dell’intero raccolto. Dopo 3-4 anni di presenza abbastanza diffusa della malattia nell’areale barese, si osservò per fortuna una sua spontanea e rapida regressione fino alla definitiva scomparsa.

Nel corso della visita, il sig. Loconsole ci ha mostrato con orgoglio un bel campo di “Gigante di Bari” di circa 3 ettari, ottenuto con semina diretta e successiva selezione manuale delle piantine, ed ormai pronto per la raccolta. L’agricoltore esegue la raccolta in modo scalare, scegliendo giornalmente i grumoli pronti per il mercato, lasciando invece maturare ulteriormente quelli di pezzatura minore.

Il sig. Loconsole ci ha anche mostrato un campo appena trapiantato con piantine della stessa varietà, ottenute da un semenzaio realizzato direttamente in azienda secondo il metodo tradizionale locale, che prevede dapprima la semina fitta su una superficie limitata, seguita dall’estirpazione delle giovani piantine, la preparazione di piccoli fasci, il taglio del fittone radicale e del “pennacchio” (gran parte delle foglie), ed infine il trapianto su terreno lavorato.

A conclusione della visita, il sig. Loconsole ha espresso ai referenti del progetto BiodiverSO la propria disponibilità ad ospitare eventuali attività di caratterizzazione della varietà “Gigante di Bari”, nonché la propria disponibilità a fornire il materiale di propagazione utile per la futura conservazione del germoplasma.

A cura di Vito BUONO e Ettore FISTOLA

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