Biodiversità ed utilizzo della noria

In un Progetto in cui i protagonisti sono gli ortaggi e la loro diversità, risulta opportuno ricordare cos’è la noria.
La noria è un impianto di estrazione dell’acqua dal sottosuolo. Secondo Reina (1964), le norie erano “disseminate prevalentemente lungo la fascia costiera, spesso ubicate a soli pochi metri dal battente marino, questi impianti primitivi di sollevamento, azionati da animali, portano in genere a giorno le acque della falda “carsica” per la irrigazione di piccoli orti.”

La loro introduzione in Puglia si perde nella notte dei tempi e certamente coincide con la costituzione dei primi insediamenti umani organizzati che, memori dei sistemi in auge in Oriente e nella valle del Nilo, ravvisarono la possibilità di sollevare l’uomo dal gravoso onere di portare l’acqua dei pozzi in superficie.
Tutto questo fino agli anni ’50, periodo in cui iniziarono a comparire e ad affermarsi le motopompe ed elettropompe
Nell’articolo citato in precedenza viene descritta questa situazione “(…) nel 1956 si poteva notare sulla costa adriatica della provincia di Bari compresa tra Barletta ed Egnazia, una distribuzione di impianti caratterizzata da elettropompe tra Bisceglie e Molfetta, da Norie tra Molfetta e Giovinazzo, da elettropompe, motopompe e Norie tra Santo Spirito e il retroterra barese, da Norie tra Bari e Mola e tra Mola e Monopoli, da motopompe fino ad Egnazia.”
Nel periodo successivo l’utilizzo delle norie ha resistito per diversi anni a causa della paura dell’acqua salata da parte degli agricoltori. Essi ritenevano infatti che la noria esercitava un’azione emungente sulla falda acquifera molto più blanda rispetto a quella esercitata dalle pompe, riducendo il rischio di intrusione di acqua salmastra. La noria ha resistito fino agli anni ’70, periodo in cui pompe sempre più potenti sono state utilizzate per emungere acqua dal sottosuolo.
Nei luoghi sopra indicati e limitrofi la presenza dei ruderi delle norie sembra voler ancora testimoniare che in quelle zone si è praticata una orticoltura intensiva grazie anche all’applicazione di questa tecnica primitiva; in molte di queste zone sono state selezionate popolazioni e varietà locali o sviluppate tecniche di coltivazione tali da associare all’ortaggio il nome della località, ad esempio la Carota di Polignano (Renna et al. 2014), la cicoria di Molfetta, il Carciofo ed il Pomodoro di Mola, il Pisello bianco di Bisceglie o il Pisello verde di Manfredonia.

Reina 1964 Renna et al 2014

Bibliografia

Reina C., 1964. La Noria o la pompa per lo sfruttamento delle acque sotterranee salmastre del litorale pugliese. Scienza e tecnica agraria, 347-359.
Renna M., Serio F., Signore A., Santamaria P., 2014. The yellow–purple Polignano carrot (Daucus carota L.): a multicoloured landrace from the Puglia region (Southern Italy) at risk of genetic erosion. Genet Resour Crop Evol, 61, 1611–1619.

A cura di Donato Buttaro.

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