Cacciatori di Piante

img-20160921-wa0000Grazie a BiodiverSO abbiamo imparato a conoscere  la Carota di Polignano e quella di Tiggiano ma cercando spunti dalla ricerca bibliografica abbiamo trovato una traccia inedita, nel testo scritto da Alberto Moja (1958) “La produzione del seme di carota “(Quaderno n° 14 E.N.S.E, Milano). In questo testo viene citata la “Carota lunga di Barletta”. Curiosi come sempre siamo partiti per la città della “disfida”.

Abbiamo cominciato a chiedere informazioni sulla carota lungo i vari punti vendita di ortaggi (nella foto, punto vendita nei pressi di via Roma) che trovavamo ma nessuno la conosceva, finchè ci siamo avvicinati ad  un piccolo gruppo di anziani agricoltori seduti in cerchio che parlavano della città di Barletta dei tempi andati, e quando abbiamo chiesto notizie della carota abbiamo visto il loro volto illuminarsi: tutti ricordavano certamente questo ortaggio che coltivavano sulla sabbia (“le rinaglie”); la chiamavano “la carota rossa” per via del colore molto acceso e sopratutto era anche lunga 50-60 cm.

La spiaggia di Barletta è molto larga e la carota veniva coltivata in asciutto. Gli anziani di Barletta ci hanno raccontano che sulla spiaggia poi è giunta l’acqua per irrigare i campi e le nuove varietà ibride più rapide nell’accrescimento e produzione, ma sopratutto “la carota lunga” soffriva l’irrigazione e si creava il marciume nella parte apicale della radci. Inoltre, le “rinaglie” furono soppiantate dagli anni ’80 dai lidi balneari ben più redditizi e così pian piano purtroppo la Carota lunga di Barletta si è estinta lasciandoci solo pubblicazioni e ricordi.

Tante volte scriviamo di belle storie o di ricerche avventurose, oggi siamo un pò tristi ma noi ormai siamo dei piccolissimi “Cacciatori di piante ” non saremo mai all’altezza della regina egizia Hatshepsut o di Sir Joseph Banks ma… non molliamo mai.

A presto

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