Il carciofo in Puglia nell’ultimo cinquantennio

Dalle indagini bibliografiche e storiche effettuate, riportiamo un articolo dal titolo “Il carciofo in Puglia nell’ultimo cinquantennio” pubblicato nel 2003 sulla rivista bimestrale scientifica “Italus Hortus” (Calabrese N., Signorella G., Bianco V.V., 2003. Il carciofo in Puglia nell’ultimo cinquantennio. Italus Hortus, 10 (3), 208-211).

Le prime informazioni certe sulla presenza del carciofo in Puglia risalgono al 1736. L’introduzione più ampia è progressivamente avvenuta negli anni ’50, attualmente è maggiormente coltivato nelle provincie di Foggia e Brindisi.

Negli ultimi cinquant’anni la superficie destinata a carciofo in Puglia è aumentata in maniera notevole.

Il carciofo è ancora una coltura capace di remunerare i produttori e in Puglia alimenta un’industria di trasformazione, prevalentemente di tipo familiare, legata alla lavorazione dei capolini per la produzione di conserve sott’olio o in salamoia.

La Puglia inoltre costituisce il bacino di approvvigionamento per molte industrie ubicate fuori regione.

Di recente, una quota progressivamente crescente di capolini è stata destinata alla surgelazione, grazie anche alla presenza sul territorio regionale di industrie che trasformano direttamente il prodotto che viene successivamente commercializzato con marchio proprio o, più spesso, da società nazionali ed internazionali.

Presenti in aree di coltivazione limitata, ma meritevoli di una più ampia valorizzazione sono le popolazioni ‘Verde di Putignano’, ‘Violetto di Putignano’, ‘Bianco tarantino’, ‘Centofoglie’ e ‘Catalogna’.

Per incentivare la produzione e l’utilizzazione del carciofo sono nate le sagre del carciofo, quelle più conosciute si svolgono a San Ferdinando di Puglia (FG) e San Pietro Vernotico (BR).

Inoltre, la presenza sul territorio di abbondanza di prodotto ha comportato la creazione di numerosissime ricette; solitamente il carciofo è abbinato alla pasta e/o alla carne, ma non mancano accoppiamenti con il pesce che rappresentano la peculiarità della Puglia di essere fortemente legata sia alla terra che al mare.

 

Fonte: rivista bimestrale scientifica "Italus Hortus"

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