Il Carciofo di Mola nell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali

La scheda predisposta dalla Regione Puglia ai fini dell’inserimento nell’elenco dei PAT riporta, per quest’ortaggio, i termini “Carciofo di Mola” e “Locale di Mola”, rispettivamente come denominazione e nome geografico abbinato. Sono presenti, tuttavia, altri sinonimi e termini dialettali: “Molese”, “Precoce di Mola”, “Tardivo di Mola”, “Molese tardivo”.

Da ricordare che il “Locale di Mola” appartiene alla tipologia di carciofo (Cynara cardunculus L. subsp. scolymus (L.) Hayek) Catanese, ancora oggi molto coltivata in Sicilia dove prende nomi diversi in rapporto alle aree di maggior produzione. Il catanese è il tipo di carciofo più coltivato in Italia pur se limitato alle regioni meridionali (Puglia, Sicilia, Basilicata).

Nella sezione dedicata alla descrizione del territorio interessato, la scheda fornisce importanti notizie storiche inerenti la coltivazione del carciofo Molese, evidenziando le cause del declino che ha portato alla quasi totale scomparsa di questa coltura dal territorio di Mola di Bari. Sono, inoltre, riportate informazioni inerenti la tecnica di coltivazione, ivi compresa la raccolta e la descrizione dei materiali e delle attrezzature necessarie in tutte le fasi della produzione.

La scheda fornisce anche notizie inerenti gli studi e le ricerche condotte in passato sul Locale di Mola che hanno interessato la genetica, la nutrizione minerale delle piante, i consumi idrici, la fertirrigazione, il confronto varietale, l’atrofia del capolino, l’applicazione delle gibberelline, la densità colturale, il controllo delle malerbe, il controllo dei parassiti di origine animale e vegetale, il vivaismo, la propagazione in vitro, il risanamento del materiale di propagazione, la determinazione dei fenoli e delle sostanze nutraceutiche, il controllo degli imbrunimenti del cuore durante la conservazione e l’utilizzazione, la trasformazione per la surgelazione e per la IV e V Gamma.

Numerose, quindi, sono le prove documentali riportate per comprovare l’adozione di regole tradizionali ed omogenee inerenti la lavorazione e conservazione per un periodo non inferiore ai 25 anni. Nella scheda, infatti, viene riportata una elencazione di diverse pubblicazioni sul Carciofo di Mola ed alcune scansioni di fotografie e ritagli di articoli di giornale, risalenti ad oltre 25 anni.

Sagra del carciofo a Mola di Bari (1971)Sagra del carciofo a Mola di Bari (1974)
Articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno (1972)
Articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno (1973)

 

 

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