Cercando di non vedere i colori stupendi del mar Ionio siamo giunti a Ginosa in provincia di Taranto, qui grazie a Raffaele Santoro e al padre Vito abbiamo trovato il “Cucumbr” (Cucumis melo L.), un carosello davvero speciale. Raffaele continua a coltivarlo con i dettami del nonno. In produzione abbiamo trovato 800 piante su file ben distanti, pacciamate e irrigazione a goccia. Il seme per la nuova coltura vine raccolto a fine agosto, per seminarli a febbraio in contenitore alveolato e trapiantare le piantine a fine marzo.
Le 800 piante possono produrre anche fino a due quintali al giorno (dal 20 giugno a fine luglio). La particolarità del frutto è che viene raccolto quando il suo peso varia dai 250 a 300 grammi, perchè all’aumentare del peso la placenta si distacca dalla polpa (dal mesocarpo), produce delle fessure all’interno del frutto, rendendolo meno commerciabile. Inoltre, il frutto piccolo è molto tomentoso (presenza di peluria) ma al momento della raccolta la tomentosità scompare, tanto che il frutto si mangia senza pelarlo. Altra particolarità sono il colore e le striature sull’epidermide. Il suo sapore fresco e profumato lo rende appetibilissimo e gustoso. Assaporandolo ci ha regalato un’oasi di freschezza in questa pazza calda estate pugliese.
- Cucumbr di Ginosa
- Frutti allo stadio ottimale di Cucumbr di Ginosa
- Particolare di Cucumbr di Ginosa
- Vito e Raffaele Santoro
- Pianta di Cucumbr di Ginosa