Esplorazioni in agro di Martano

A forte vocazione agricola, Martano è nel cuore della Grecìa Salentina, isola etno-linguistica dove si conserva ancora un dialetto neo-greco comunemente noto come grìko. Il paesaggio agrario riflette un attaccamento ancora forte alla “terra”, che si traduce in una cura e in un ordine ben preciso delle colture agrarie. Pochi i terreni lasciati incolti. I muretti a secco sono ben saldi e ripuliti da ogni malerba. Tra queste campagne, dove “… se vuoi l’acqua te la devi portare da casa!” (ci dice Biagio Conte), si ripetono le colture delle principali varietà locali che arrivano in produzione in questa stagione; si ripetono, perché ogni famiglia coltiva nel proprio appezzamento tutte le verdure e gli ortaggi necessari al proprio consumo, ne compra pochi al mercato locale o dagli ambulanti! Il Signor Biagio Conte è proprietario della Masseria Foderà che ancora conserva i segni delle attività svolte nel secolo scorso, con i suoi cortili per le greggi, i suoi ampi depositi per le attività masserizie e stoccaggio dei prodotti, il suo stile architettonico che sfida il tempo. Dall’alto della torre si vedono le distese produttive e sembrano ancora fertili e ben lavorate: una carciofaia di pochi anni, qualche oliveto, un’area a pascolo sul breve pendio di un’altura e tanta superficie occupata dalla coltivazione degli ortaggi. È soprattutto la coltivazione della cima rapa Novantina ad impegnare il sig. Conte, che in questo periodo ha effettuato parcelle colturali un po’ sparpagliate (per avere il favore della giusta esposizione ambientale) della cima di rapa Di marzo, e tiene sotto controllo le produzioni scalari della cima di rapa Di febbraio e del cavolo locale (pezzienteddi o mùgnuli). Grandi produzioni di cicoria di Galatina e di verza riccia; ma l’attesa e la sua soddisfazione di questi giorni è nella semina delle patate; due sono le varietà locali che hanno il favore della tradizione: Nicola e Sieglinde.
Per il fabbisogno familiare, il Sig. Antonio Nocco realizza piccole colture in fondi ricadenti in località diverse; si tratta delle solite varietà di cicoria di Galatina, cima di rapa Novantina e fava per il consumo fresco. Ma la nostra attenzione ricade sulla varietà di aglio che continua a rinnovarsi anno dopo anno, molto profumato, con numerosi spicchi e a lunga serbevolezza. Lo stupisce anche il nostro interesse alla pestanaca, che tiene in coltura tra le cime di rapa, le cicorie e le bietole rosse: la coltiva da sempre e prima di lui suo padre e suo nonno, ma solo per consumo familiare, perché è un ortaggio che “non si porta al mercato, al limite lo si regala agli amici”. Qui a Martano, le tecniche colturali della pestanaca sono molto diverse rispetto a quelle adottate per la Pestanaca Santo Ippazio: la semina viene fatta a spaglio lungo un filare basso, nei casi migliori assistito da ala gocciolante
Vincenzo Nocco, giovane agricoltore che vuole continuare l’attività contadina dei suoi genitori, è orgoglioso dei suoi semenzai di cipolla locale e dei trapianti scalari che ha effettuato per avere l’ortaggio sia allo stato di “spunzale” che di cipolla. Ci dice che un tempo si aspettava la fiera della Candelora per vendere “la semente” della cipolla, intesa come piantine già pronte al trapianto. Vincenzo è attento a conservare le varietà locali; ci indica la cima di rapa Novantina e le diverse parcelle che ha realizzato con cicoria di maggio che ha effettuato in periodi diversi, per avere una produzione scalare. Da anni coltiva la cicoria di Galatina ma, ultimamente, si è accorto che la “cicoria di Francavilla” è più precoce ed è più dolce, perciò ha cominciato a coltivarla e riesce a piazzarla anche bene sul mercato del paese. Ci parla anche della scarola che è ancora molto richiesta dai consumatori (nonostante le nuove varietà di insalata ne abbiano ridotto la produzione) e dei pezzentieddi, i cavoli locali che devono invece competere con il broccolo calabrese. Vincenzo ha saputo dell’enorme successo che la pestanaca ha nel comune di Tiggiano (appena 40 km di distanza), è riuscito a propcurarsene i semi ed a propagarla per confrontarla con la pestanaca che da sempre viene coltivata a Martano, Corigliano e dintorni.

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