Alla luce delle sue tante qualità, la succiamele delle fave (Orobanche crenata Forsskal), alias “sporchia” o “orobanche delle fave”, è stata inserita nel 2015 nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. È nella notte dei tempi che risale l’uso alimentare di questa pianta, da quando l’ingegno contadino ha trasformato questo parassita da nemica della fava ad amica della tavola. Un modo alternativo per quello che oggi chiameremmo “gestione della flora infestante”; detto in parole semplici “combattere il nemico (dei campi) mangiandoselo”. Sarà stata la somiglianza dei turioni della succiamele con quelli dell’asparago, o la necessità di far fronte ad una carenza di derrate alimentari o, più semplicemente, la possibilità di unire l’utile (eliminazione del parassita) al dilettevole (degustazione del parassita), a far sì che la tradizione gastronomica sia ricca di ricette a base della succiamele delle fave. Ma come si prepara? È presto detto: i turioni vengono mondati, eliminando la parte basale più dura, lavati e lessati in acqua e sale. Successivamente si tengono a bagno per alcune ore al fine di attenuare il sapore amaro, quindi sono pronte per essere utilizzate come ingrediente di tante pietanze. Fritta, alla parmigiana, gratinata (“arraganata”), in frittata o semplicemente condita con olio, aceto, aglio e menta. In alcune zone della Puglia l’orobanche viene anche preparata come conserva sott’olio e sott’aceto, per poter essere consumata durante tutto l’anno. Oltre che gustosa è anche buona per l’organismo, poiché è ricca di fibra e contiene sostanze fenoliche, che lasciano un pò di amaro in bocca ma sono ottimi antiossidanti. Dulcis in fundo, la tradizione gastronomica di alcune zone della Puglia prevede la preparazione delle orobanche assieme alle fave fresche o come accompagnamento alla purea di fave. Come dire, una riconciliazione culinaria che dopo il campo permette alla fava e al suo acerrimo nemico di “fare la pace nel piatto”.
?????
buuoonaaa!
Ottima sulla pizza e nelle insalate ????
WOW UNA SAGRA A BREVE?
Chiara:dove trovi tutto questo? Sono vegetali quasi sconosciuti a tanti.
e’ conosciuta anche all’estero tramite i nostri connazionali ( prevalentemente belgio e lussemburgo ) la importavano già 40 anni fa.