Il nome è già una delizia: Cimamarelle (l’ultima “e” è muta) in provincia di Foggia, Cimamaredde a T…


Il nome è già una delizia: Cimamarelle (l’ultima “e” è muta) in provincia di Foggia, Cimamaredde a Taranto, Cima maredde nel Salento. Si tratta della Sinapis arvensis L.. Le cime (le infiorescenze) e le foglie vengono lessate e, insaporite con condimenti piccanti, saltate in padella con la pasta (con olio d’oliva extravergine in cui si è fatto soffriggere aglio, peperoncino e mollica di pane casereccio molto raffermo). La si rinviene inselvatichita un po’ dappertutto, nei campi incolti e ai margini di quelli coltivati, dalla pianura alla collina. Si utilizzano anche i semi maturi essiccati. È l’elemento essenziale della nota salsa piccante che si aggiunge a piatti di carne o pesce. Le cimamarelle sono un prodotto agroalimentare tradizionale della Puglia grazie a BiodiverSO.

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30 Commenti su “Il nome è già una delizia: Cimamarelle (l’ultima “e” è muta) in provincia di Foggia, Cimamaredde a T…”

  1. I sęnèpę,qui a Martina Franca. Lessate e condite con olio e aglio soffritti.Si accompagnano benissimo con le fave.

  2. A Laterza (TA) le chiamano: rapodd, e raccolte al momento giusto sono ottime quasi come le più famose e ricercate come di rape.

  3. Io sono anche dalla Puglia in provincia di Lecce e guelle si chiamano rapiste e si fanno come le cime di rape e sono buonissime

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