La biodiversità è ricchezza. Molto spesso però ce ne dimentichiamo. Quanti di noi infatti comprerebb…


La biodiversità è ricchezza. Molto spesso però ce ne dimentichiamo. Quanti di noi infatti comprerebbero al mercato un ortaggio dalle forme strane o dai colori bizzarri? Quanti comprerebbero dei frutti spinosi, anche se prelibati, come la zucchetta centenaria? E quanti agricoltori sarebbero disposti a coltivare, per esempio, tuberi piccoli come la Tuberina o come l’Igname, che si sviluppa molto in profondità rendendo onerosa la raccolta? Essere poco noto per un ortaggio non vuol dire non possedere pregi. Anzi. Anche i divi di Hollywood hanno periodi di celebrità e periodi di riposo dietro le quinte.
La stessa patata prima di essere introdotta nella dieta degli italiani era ritenuta una erbaccia velenosa.
Angiolo Del Lungo nel suo “40 ortaggi poco noti” (1942) ha presentato una carrellata di ortaggi poco comuni tra cui, oltre a quelli già citati: borraggine, cipero e alcune piante spontanee tra cui portulaca ed erba stella. E se diventassero gli ortaggi del futuro? D’altronde oggi, molti chef, nelle loro pietanze, rivalutano le tradizioni gastronomiche e il selvatico e l’esotico. D’altronde si avvicina Natale e l’Alchechengio lo potremmo anche regalare per coltivarlo sul balcone…







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