Se cercate con Google la stringa SU LETTO DI RUCOLA, il motore di ricerca vi restituirà 150.000 risultati. Incredibile, no? In Italia vengono consumati principalmente due tipi di rucola: 1. Euca vesicaria ( L.) Cav. , rucola comune, che nelle diverse regioni viene indicata anche come ruchetta, rughetta, ricola, aruga, arucola, ruca, ecc. conosciuta già dall’epoca romana. 2. Diplotaxis tenuifolia (L ) DC., ruchetta selvatica, rucola, rucola selvatica, aruga gentil, ecc. “Diplotaxis” deriva dal greco diploos, doppio e taxis, che allude ai semi disposti in maniera regolare su due file nel falso setto (replum) che divide la siliqua in due logge, mentre l’epiteto specifico “tenuifolia” si riferisce alla lamina fogliare che risulta sottile. Il nome rucola deriva dal greco “eréugomai”, cioè rigettare, ruttare. Dal nome ruca (dal latino eruca = brucio – per il sapore acre e pungente delle foglie) derivano i diminutivi ruchetta e rucola. Queste due specie sono diventate le specie da foglia più comuni e utilizzate nelle confezioni di insalate pronte per l’uso (IV gamma).
