Sembra che i bulbi di cipolla (Allium cepa L.) e di altre piante della famiglia delle Alliaceae siano stati usati come cibo già dal 5000 a.C., come dimostrano i resti di alcuni insediamenti umani risalenti a quell’epoca. Ma non è chiaro se quei bulbi fossero effettivamente coltivati in quel periodo o consumati alla stessa stregua di ciò che oggi chiamiamo vegetali eduli spontanei. Più certe, invece, sono le testimonianze archeologiche e letterarie che fanno risalire la coltivazione della cipolla a circa duemila anni dopo, in Egitto.
Per gli antichi Egizi le piante di cipolla erano considerate sacre: il bulbo era un oggetto di culto la cui forma sferica ed i suoi anelli concentrici erano associati alla vita eterna. Pare che il popolo egizio adorasse letteralmente la cipolla, intravedendo qualcosa di divino, forse legato al suo particolare odore. Gli Egizi, infatti, credevano che il forte aroma delle cipolle potesse ridonare il respiro ai morti, tanto che gli imbalsamatori di Tutankhamon provvedevano a mettere accanto alle mummie un corredo di cipolle, anch’esse regolarmente avvolte in bende perché si conservassero per l’eternità.
Un aroma, quello della cipolla, che ha sempre attratto per il suo benefico potere terapeutico, anche se a tratti è stato ritenuto malefico. Ricorda l’antico detto: «Non so come una cipolla cotta non faccia resuscitare un morto e come una cipolla cruda non uccida un vivo».

Auguri di buon ferragosto