Giochi di galle

Il legame tra uomo e piante ha origini antichissime. Basti pensare ai mille utilizzi in cui le piante sono impiegate: dagli usi alimentari all’industria farmaceutica e dei cosmetici fino all’utilizzo di estratti per coloranti naturali. La nostra tradizione, così come quella di molte altre regioni italiane e del mondo, vede l’impiego di parti di piante per “giochi vegetali”. Questi rappresentano, ancora una volta, l’intima relazione che in passato c’è stata con il mondo vegetale e da qui l’importanza di preservare questi usi affinché non siano abbandonati ma addirittura valorizzati. Oggigiorno, da un punto di vista sociale, è molto importante trapassare queste informazioni alle generazione che crescono, sempre più, lontane da un contatto diretto con la natura. Oggi è il giorno di parlare, in questo blog, delle querce.

La Puglia in passato era ricoperta di querce ed in particolare di roverella (Quercus pubescens Willd.).

Tuttavia, numerosi esemplari di roverella si ritrovano nelle tante aree protette della nostra regione e un po’ ovunque resistono al consumo di territorio oggi in atto.

Avete mai notato, avvicinandovi nei pressi di una quercia, le curiose formazioni tondeggianti che si possono trovare sui rami? Fateci caso. Sono galle o cecidi e, una volta secche, sono note come noci di galle.

Queste sono della particolari escrescenze tondeggianti, formazioni “tumorali”, provocati da punture di imenotteri ma anche batteri, funghi e acari e che possono interessare varie parti della pianta. Sin dall’antichità le galle sono state usate nel mediterraneo per tingere le pelli e per fabbricare inchiostri e costruire simpatici giochi.

L’uso più curioso che vi segnaliamo oggi è l’utilizzo delle galle per scopi ludici. Tra questi l’utilizzo delle stesse come biglie ma anche per la formazione di “pipe” magiche. Chi riesce a fare canestro soffiando nella pipa?

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