Gli audit di conservazione in situ svolti da ECO-logica

Nel complesso sistema di mantenimento della biodiversità, un ruolo importante è svolto dalla conservazione in situ delle varietà del progetto BiodiverSO presso le aziende agricole.
Un sistema di conservazione dinamico affidato agli agricoltori i quali, all’interno dei propri sistemi agricoli, si occupano dell’impianto, produzione e recupero di varietà orticole legate per tradizione al territorio e di interesse del Progetto.
Il monitoraggio e controllo di questo sistema di conservazione si svolge tramite audit in campo finalizzati alla verifica della conservazione in situ delle varietà del progetto.
ECO-logica, indossando la veste dell’auditor, ha visitato sette delle aziende protagoniste della preziosa conservazione delle risorse genetiche vegetali studiate da BiodiverSO  spostandosi, per questa prima tranche di visite conclusasi il 15 ottobre, dalla provincia di Bari al Salento.

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Il filtro utilizzato nella selezione di questo primo gruppo di aziende è stato la presenza in campo di varietà orticole con epoca di raccolta estiva.
Le varietà locali conservate variano declinandosi nel territorio a cui si legano per tradizione.  L’azienda Galluzzi  in agro di Putignano conserva  il Pomodoro regina,  l’azienda  Legrottaglie coltiva il Barattiere in agro di Monopoli , l’azienda Scelzi una varietà di carosello in agro di Acquaviva delle Fonti.
Nel Salento, la comunità di recupero assistenziale psichiatrica C.R.A.P. della cooperativa “San Vincenzo”  a San Michele salentino conserva e coltiva Pomodoro regina, Pomodoro da serbo giallo, Cornaletto, Ruchetta e Zucchino striato pugliese; l’azienda Maggiulli a Muro leccese la Cicoria otrantina;  nel territorio di Tricase l’azienda Agostinello custodisce Catalogna bianca di Tricase, Meloncella, Pestenaca Santo Ippazio e Cavolo paesano e la cooperativa Terrarossa coltiva Mùgnolo, Carota Pestanaca Sant’Ippazio, Meloncella,  Batata,  Cucuzza Genovese,  Pomodoro di Morciano, Cima di Rapa, Cicoria Bianca di Tricase e Cicoria Otrantina.

Durante la visita in campo, vengono registrate sia informazioni di carattere generale relative all’azienda, al contesto territoriale, pedologia e ordinamento colturale sia informazioni più specifiche sulla varietà conservata tra le quali ciclo colturale, caratteristiche della parte edùle, metodi di coltivazione, raccolta e conservazione del seme. Tutti questi dati vengono registrati in una scheda che va a costituire il rapporto di audit finale della visita. Inoltre, viene prelevato materiale di propagazione da destinare alla conservazione ex situ.
È evidente che, avendo a che fare con cicli produttivi biologici, possono essere acquisite direttamente in campo solo le caratteristiche legate alla fase del ciclo che si osserva al momento dell’audit; le altre informazioni vengono ricostruite dialogando con l’agricoltore.
Ed è proprio dal dialogo con gli agricoltori, custodi della variabilità genetica, che si evidenzia quanto un’azienda protagonista della conservazione in situ sia un sistema colturale complesso in cui la tutela della componente biologica è inevitabilmente affiancata da componenti colturali e culturali che sono proprie della gestione locale del processo.
Conclusasi la prima parte dell’Attività 8A, ECO-logica proseguirà presto con altri audit presso le restanti aziende di conservazione in situ.

AUTORE: Angela Desiante

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