Lungo tutto il territorio regionale, agli inizi del ‘900, e probabilmente ancora tutt’oggi, i moscarini erano chiamati con vari nomi locali: lampasciuli, lampasciuoli o lampasciuni, cipollette, cipolluzze o cipolline di terra, pampasciuli, rampasciuoli o vampasciuli, o semplicemente lampuni, o ancora lambagioni, vambagioni o vampagioni.
Questi sono i nomi riportati in un testo pubblicato nel 1925 dall’autore Cassitto Raffaele Vittorio, intitolato “I LAMPASCIULI”.
Nella prima parte, il testo analizza la crescita del consumo dei lampasciuli, che raggiunse nel primo dopoguerra un livello commerciale ed industriale di notevole interesse economico nella provincia di Foggia. Ascoli Satriano è riportato come il primo comune dove questa pianta spontanea ha raggiunto interessi commerciali ed industriali di alto livello a partire dal 1910, ma subendo successivamente un rallentamento a causa della prima guerra mondiale, per riprendersi infine nel dopoguerra ed arrivare a circa 12.000 quintali di esportazioni del prodotto.
Il bacino del Mediterraneo rappresenta l’areale in cui questa pianta cresce spontaneamente, ed è particolarmente abbondante in Grecia e nei territori di Puglia, Basilicata, Sicilia e Calabria.
Molto interessante è il capitolo in cui tratta le varietà dei lampasciuli presenti in Puglia e che appartengono a due generi differenti:
1. La varietà rosa, che è il vero lampasciulo, genere Muscari, specie comosum;
2. La varietà bianca o lampasciulo bianco, genere Hjaciunthus, specie ciliatus.
Come riportato nel testo, tra i due, il bulbo più apprezzato è certamente quello della varietà rosa, caratterizzato da una forma ovata, un colore roseo e da un sapore leggermente amaro ma contemporaneamente molto gradito al palato. La varietà bianca è tendenzialmente più grande come pezzatura, ma meno pregiato come sapore.
Nella parte finale del testo vengono spiegate le modalità di raccolta e gli usi della parte edule dei lampasciuli, ossia i bulbi. La ricerca dei lampasciuli non è semplice, poiché i bulbi si trovano ad una profondità che può variare dai 10 cm fino ai 50 cm; la differente pezzatura e profondità del bulbo dipende dalla tipologia di terreno, in quanto nei terreni più sciolti il lampasciulo ha la possibilità di approfondirsi maggiormente, mentre nei terreni più compatti riscontra maggiori difficoltà e di conseguenza raggiunge profondità inferiori.
In collaborazione con Antonio Quattromini e Salvatore Cifarelli
- Testo sui Lampasciuli del 1925
- Muscari comosum
- Sezione di bulbo di Muscari comosum
- Bulbo di Muscari comosum
- I lampasciuli al mercato