A detta di molti, i mugnoli vengono coltivati solo nel Salento, ma noi del CNR-IBBR (Istituto di Bioscienze e Biorisorse) abbiamo trovato un’eccezione.
In agro di Altamura, un imprenditore agricolo, giovane ma ricco di esperienza nella coltivazione di ortaggi, conoscenza tramandata da ben tre generazioni, continua a coltivare il “mugnolicchio” di Altamura, rinnovando ogni anno il seme per la successiva semina.
Generalmente la semina viene effettuata nella “rodd” ossia un semenzaio in pieno campo, realizzato manualmente, lavorando con la zappa 1-2 m², formando dei bordi di terra alti, che andranno a costituire delle mura di contenimento per l’acqua che verrà apportata nelle fasi successive, al fine di favorire la germinazione dei semi distribuiti al suo interno.
Dopo circa 30 giorni, quando la pianta sarà cresciuta, si procederà con il trapianto a radice nuda, estirpando le piantine dal semenzaio, a mettendole a dimora a seconda del sesto d’impianto che si vuole applicare all’appezzamento.
Tutte queste operazioni vengono effettuate nei mesi estivi, agosto – settembre, per avere la messa a dimora definitiva ad inizio autunno. La raccolta avverrà nella primavera successiva, a seconda dell’areale di coltivazione e delle condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’annata.
La coltivazione del mugnolicchio di Altamura è molto simile a quella dei famosi mugnoli salentini, pianta rustica che ben si adatta alla maggior parte dei terreni, con la principale differenza che, mentre il mugnolo salentino forma un’infiorescenza piuttosto lassa, il mugnolicchio di Altamura produce un broccolo più compatto.
In collaborazione con Antonio Quattromini e Paolo Di Renzo
- Infiorescenza principale e ricacci di Mugnolicchio
- Mugnolicchio di Altamura
- Infiorescenza principale e ricacci di Mugnolicchio