Il Pomodoro “a scrèsc” recuperato da Fabio

Alcuni sapori sono ben radicati nella nostra memoria. Fabio Pellegrini, bancario in quiescenza di Polignano a Mare, con trascorsi agresti in gioventù nelle campagne di famiglia, aveva il ricordo del sapore e del gusto dolce del Pomodoro “a scrèsc” (o “scrasciolla”) e una voglia enorme di ritrovare questo antico pomodoro da serbo. Il desiderio nel tempo è cresciuto e un giorno Fabio ne ha parlato con l’amico di sempre Francesco Talenti. Così insieme hanno cominciato a cercarlo su tutto il territorio di Polignano bussando alle porte di tutti gli agricoltori. La ricerca sembrava infruttuosa, ma un giorno Francesco Talenti ha trovato finalmente una piccola bottiglia con pochi semi di pomodoro che forse, forse…

Fabio e Francesco li hanno seminati e hanno ottenuto tre piante che hanno curato con passione per portarle alla fruttificazione, sperando di aver ritrovato il Pomodoro “a scrèsc”…

A prima vista Fabio e Francesco erano convinti che il pomodoro fosse quello; la forma, il colore e il sapore delle bacche erano quelli che ricordavano; ma avevano bisogno di una conferma finale: serviva la memoria di un agricoltore anziano di Polignano, che lo sapesse riconoscere. Così lo hanno mostrato allo zio di Francesco, che non ha avuto esitazioni: «Questo è il Pomodoro “a scrèsc”; lo si riconosce da 100 metri!».

Il nome di questo pomodoro deriva dal suo portamento prostrato, come un rovo; le sue bacche sono di colore rosso-arancio e la sua particolarità principale è di essere piccolo e costoluto, con un sapore molto più dolce del Pomodoro regina. Il Pomodoro “a scrèsc” veniva raccolto e conservato in grappoli per poi essere consumato durante tutto l’inverno, nelle minestre o con il pane. Ora però Fabio lo conserva in cassette ben areate, in luoghi asciutti.

Un’altra particolarità che Fabio ci ha mostrato delle bacche del Pomodoro “a scrèsc” è quella di poter allontanare la buccia del frutto dalla polpa, dopo aver inciso la bacca, con una leggera trazione.

Nel raccontarci questa storia, Fabio ci ha trasmesso tutta la sua gioia e la sua caparbietà nel voler ritrovare un sapore antico e unico. Ora i semi che Fabio ci ha donato saranno conservati nella Banca del Germoplasma, per diventare patrimonio di tutti.

Fabio ci ha riservato altre sorprese, che vi racconteremo prossimamente. Ormai siamo consapevoli che la Puglia oltre ad avere un inistimabile patrimonio di biodiversità è ricca anche di grandi uomini. Di biopatriarchi.

Grazie Fabio.

 

 

 

 

7 Commenti su “Il Pomodoro “a scrèsc” recuperato da Fabio”

  1. sono emozionato e quasi commosso! io sono siciliano ed ho il ricordo di mio nonno che usava appendere i pomodori alle travi di una stanza ancora attaccati alla pianta per consumarli d’inverno! sarebbe bello potersi procurare dei semi! E grazie a queste persone che ancora non si arrendono all’omologazione imperante!

  2. Fabio Pellegrini

    Sig Simone se vuole i semi di questi pomodori dovresti mandarmi un busta preaffrancara col suo indirizzo al seguente indirizzo: via chiantera, 41 — 70044 Polignano a mare ( ba )

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