Durante il corso di insegnamento “Colture ortive”, ho trattato in più lezioni l’argomento della biodiversità delle specie orticole, e ho spiegato le differenze tra varietà locali e varietà migliorate, tra varietà locali ed ecotipi, tra varietà locali e varietà da conservazione.
Illustrate le principali differenze occorreva far capire agli studenti il valore delle varietà locali. L’ho fatto ricorrendo a questa metafora: “Le varietà locali sono come i nostri nonni. Voi cambiereste i vostri nonni con qualcuno più giovane, più prestante?”. Tutti hanno risposto NO.
In questo blog cercherò di raccontare storie di biodiversità. Da quelle raccolte grazie alla tradizione orale e alla mia esperienza a ciò che leggerò sulle riviste specializzate o sui giornali. Spesso, al centro delle storie ci sarà l’uomo, perché, secondo la definizione proposta dalla FAO, le conoscenze tradizionali possono essere considerate parte integrante dell’agrobiodiversità, infatti è l’attività umana che forma e conserva la biodiversità (FAO, 1999) e l’uomo fa parte del mondo biologico.
I nonni ed il valore delle varietà locali…bella e calzante la metafora didattica di Pietro! C’è anche di più! Ogni qualvolta mi imbatto in discorsi o immagini sulla biodiversità, sulle varietà locali e ancor di più sul riscoperto utilizzo dei prodotti spontanei della nostra flora, non posso non essere pervaso dal ricordo, a tratti commosso, della mia cara nonnina… Lei, donna antica di un paese sperduto fra i boschi collinari della mia terra, dove il legame con la natura aveva formato il suo essere perno della vita domestica, tornava ogni giorno dalla campagna, a due passi dal paese, con il paniere ricco di “erbe” che era maestra nel trasformare in cibi, conserve, spezie, tisane, rimedi per i miei malanni di bambino…che sapori! E ben più ricchi di esempi sono i ricordi di mia madre, bambina negli anni ’50, quando ancora il consumo dei prodotti dell’industria, quella agroalimentare, non aveva spodestato del tutto quello dei prodotti spontanei e delle coltivazioni locali. Con un pò di rammarico, mia madre rimprovera a mia nonna di non averle trasmesso molto di quella antica sapienza, o addirittura di aver fatto di tutto perchè ciò non avvenisse, probabilmente associando quello che oggi sempre più si sta configurando come una ricchezza da riscoprire a situazioni poco piacevoli di povertà diffusa…credo che diverse generazioni siano state abbagliate dall’illusione che i nuovi prodotti, la loro abbondanza e facile disponibilità, potessero rendere superfluo il valore della conoscenza della natura! La nuova e crescente attenzione che oggi viene riservata alla conoscenza e alla conservazione della biodiversità testimonia quanto quell’approccio sia stato un errore!
Forza team “biodiverso”, siamo certamente ancora in tempo per consolidare conoscenze e recuperare risorse genetiche che hanno seriamente rischiato di perdersi!
Non ho avuto il piacere di conoscere i miei nonni ma resto legato a loro dai racconti che mia madre mi faceva quando ero piccolo… e mi portava nei campi a raccogliere cicorielle e sivoni parlandomi delle usanze di casa… il mio “legame” con le erbe spontanee è speciale anche per questo..!