Questa è la prima parte dell’intervento che il coordinatore del progetto BiodiverSO ha scritto per presentare l’Almanacco BiodiverSO.
Quello che hai in questo momento tra le tue mani è uno scrigno, uno scrigno di biodiversità. Se lo sfogli velocemente, come fanno alcuni per mescolare insieme due mazzi di carte, noterai un arcobaleno di colori, perché di questa straordinaria ricchezza di biodiversità delle specie orticole di Puglia la prima cosa che balza agli occhi sono i tanti colori di cui si compone ogni specie. Non ci credi? In questo libro troverai carciofi neri e bianchi, che forse non ti aspettavi di trovare; cipolle bianche, rosa e rosse; cicorie bianche, verdi e rosse; e patate rosse, pomodori gialli, carote viola, ecc., ecc. Molto di più di quello che trovi negli ipermercati, perfettamente uniforme nei colori e nelle forme. E siccome ogni colore è il risultato di uno o più composti chimici (naturali) con spiccate caratteristiche salutistiche, elaborati dalla pianta, la diversità di colore è importante per nutrire bene il nostro corpo.
In questo libro presentiamo 122 varietà locali o candidate tali che abbiamo recuperato, durante il lavoro di esplorazione del territorio pugliese alla ricerca di risorse genetiche autoctone, grazie al progetto BiodiverSO (Biodiversità delle Specie Orticole della Puglia) finanziato dalla Regione Puglia.
Utilizzando la definizione del Gruppo Italiano per la Biodiversità Agraria, «Una varietà locale di una coltura che si riproduce per seme o per propagazione vegetativa è una popolazione variabile, comunque ben identificabile e che usualmente ha un nome locale. Non è stata oggetto di un programma organizzato di miglioramento genetico, è caratterizzata da un adattamento specifico alle condizioni ambientali e di coltivazione di una determinata area ed è strettamente associata con gli usi, le conoscenze, le abitudini, i dialetti e le ricorrenze della popolazione umana che l’ha sviluppata e/o continua la sua coltivazione».
Le 122 varietà mostrate in questo almanacco sono quelle su cui abbiamo raccolto più aneddoti, informazioni e dati. Alcuni aneddoti li abbiamo inseriti nel libro Racconti Raccolti (Eco-logica editore, 2015). Le informazioni derivano dalla tradizione orale e dalle ricerche bibliografiche che abbiamo condotto. I dati sono emersi dal lavoro di studio e ricerca in campo e in laboratorio che abbiamo svolto per caratterizzarle dal punto di vista agronomico, biologico, morfologico, chimico e molecolare.
Le 122 varietà appartengono a 31 specie. Abbiamo trovato anche altre varietà ed altre specie ma abbiamo preferito proporti soltanto quelle su cui abbiamo più certezze, riservandoci di inserire ciò che è rimasto fuori dallo scrigno in una prossima pubblicazione che speriamo possa essere ulteriormente arricchita con la prosecuzione del lavoro, perché il recupero, la conservazione, la caratterizzazione, il risanamento e la valorizzazione delle risorse genetiche autoctone non deve finire. Sarebbe delittuoso.
La Puglia è una regione particolarmente ricca di biodiversità. Infatti, in Puglia sono presenti: circa 2.200 specie di piante, il 39% di quelle nazionali; 10 specie di anfibi su 37 presenti in Italia; 21 specie di rettili su 49 presenti nel Bel Paese; 179 specie di uccelli nidificanti su 250 annoverati in Italia; 62 specie di mammiferi su 102 attuali in Italia.
Nella classifica delle regioni italiane, la Puglia detiene il primato per la produzione di ortaggi, perché interessa oltre 100.00 ettari e oltre un quinto della produzione nazionale, vantando il primato assoluto per numerosissime specie (carciofo, cima di rapa, cicoria catalogna, lattughe, sedano, finocchio, ecc.). Però le varietà utilizzate dagli agricoltori pugliesi derivano essenzialmente da varietà migliorate da costitutori di varietà di altre regioni. Sì, perché nel Registro nazionale delle varietà delle specie di ortaggi, dove vengono iscritte solo le varietà adatte alle condizioni ambientali del nostro Paese e che abbiano dimostrato caratteristiche di pregio in scrupolose prove eseguite in più anni in particolari centri di sperimentazione, attualmente sono iscritte solo 21 varietà appartenenti a costitutori pugliesi. Questo segnala una prima grande contraddizione: mentre la produzione di ortaggi pugliesi interessa il 23% della superficie nazionale, il numero di varietà migliorate (popolazioni omogenee, linee pure, ibridi semplici, cloni) che derivano da specifici programmi di miglioramento genetico condotti da costitutori pugliesi di varietà è inferiore al 2% delle varietà iscritte nel registro nazionale. E questa contraddizione non è la conseguenza dell’elevata ricchezza di varietà locali della Puglia, perché la maggior parte delle varietà locali che presentiamo in questo libro, ad eccezione di alcune varietà di specie come carciofo, cima di rapa, cicoria catalogna e melone immaturo, sono presenti per lo più in piccoli orti familiari di coltivatori che da decenni e da generazioni si autoproducono il materiale di propagazione. Sono i coltivatori custodi, quelli che nel progetto BiodiverSO abbiamo chiamato Biopatriarchi. Spesso però non sono imprenditori agricoli; sono pensionati o cultori della biodiversità che non possono beneficiare dei premi agroambientali previsti dal Programma di Sviluppo Rurale. Ecco un’altra contraddizione: alcuni detentori di biodiversità non possono avere un riconoscimento per il prezioso contributo che stanno dando alla conservazione delle risorse genetiche autoctone. Prima li abbiamo dimenticati o emarginati e ora, che finalmente il valore della biodiversità è stato rivalutato, non riusciamo a farli sentire importanti e a riconoscergli l’investimento che hanno fatto. Anche per questo, sul sito web del progetto BiodiverSO (www.biodiversitapuglia.it), abbiamo dedicato ai Biopatriarchi una specifica sezione.
Le 122 varietà che abbiamo ritrovato e recuperato non sono reliquie. Piuttosto rappresentano un enorme patrimonio genetico a cui poter guardare con fiducia e speranza, perché la biodiversità, l’intera variabilità delle forme di vita, è un prerequisito per la sicurezza alimentare e un importante pilastro dello sviluppo sostenibile. È dimostrato infatti che gli ecosistemi con maggiore numero di specie si conservano meglio.
1.Continua
Come citarlo: Santamaria P., 2015. Introduzione alla biodiversità. In: Accogli R., Conversa G., Ricciardi L., Sonnante G., Santamaria P.. Almanacco BiodiverSO. Biodiversità delle specie orticole della Puglia. Eco-logica editore, Bari, Italy, 7-10 .