Da sempre le notti intorno al solstizio d’inverno sono state cariche di significati e riferimenti simbolici.
In particolare, è il periodo compreso tra i dodici giorni che vanno da Natale all’Epifania che, dall’antichità ad oggi, è stato celebrato come il rinnovamento del cosmo e dei suoi ordinamenti: usi e costumi di molti popoli europei sono accomunati da particolari pratiche e simbologie. L’origine di queste usanze va dunque probabilmente ricercata nelle popolazioni indoeuropee che abitarono l’Eurasia tra il V e il II millennio a.C.
In molte regioni dell’Europa e in tutta Italia, si associavano i dodici giorni che intercorrono tra Natale e l’Epifania ciascuno ad un mese dell’anno: a seconda del tempo che faceva in tali giorni, si traeva auspicio dell’andamento meteorologico dei vari mesi. Oppure, la notte di Natale, si gettavano dodici chicchi di grano nel fuoco: se scoppiettavano rumorosamente ci sarebbe stato un anno pieno di temporali; se fossero bruciati senza fare rumore sarebbe prevalso tempo asciutto; se si fossero gonfiati un poco, ci sarebbe stato un anno sereno.
Sempre a Natale, in alcuni paesi della Puglia, si osservava la pianta della fava che, se vigorosa e ben avviata, sarebbe stata un buon presagio per il futuro raccolto di olive e mandorle.
Il Capodanno è il giorno di “passaggio” per eccellenza: un ciclo si conclude e se ne apre uno nuovo, sebbene esso non sia stato sempre fissato al mese di dicembre, ma sia oscillato nella storia tra dicembre e marzo o, addirittura, a settembre, come si usava un tempo in Puglia secondo lo stile bizantino.
Nella notte di San Silvestro si praticava una particolare divinazione meteorologica servendosi di una cipolla. Sul davanzale della finestra, si disponevano ordinatamente dodici cortecce di cipolla, ognuna delle quali aveva il nome di un mese. Vi si poneva dentro un pizzico di sale grosso. Il mattino dopo si osservava il sale: se si fosse sciolto il mese corrispondente sarebbe stato umido e piovoso, se il sale fosse rimasto più o meno intatto, il mese sarebbe stato secco.
La cipolla si utilizzava anche, in altre occasioni, per predire il futuro delle giovani spose. La pratica di trarre auspici dalla cipolla è chiamata Crommiomanzia.
L’usanza di predire il tempo dell’anno nuovo tramite l’utilizzo della cipolla è ancora in uso in alcuni paesi della Grecìa salentina, ma sono rimasti pochi anziani a praticarla.