Il fertile e ricco agro di Galatina è stato un grosso punto di riferimento per il basso Salento, in quanto punto di snodo verso il porto di Gallipoli e ponte su Lecce. Le sue attività commerciali erano necessariamente legate a quelle agricole e coinvolgevano anche i comuni limitrofi (Sogliano, Soleto, Corigliano, Aradeo, Tuglie, ecc.), a loro volta legatissimi alla vita economica e sociale di Galatina.
La Meloncella tonda di Galatina fa parte della grande “famiglia” delle meloncelle: meloni che si consumano allo stato immaturo, diffusissimi in tutta la provincia e caratterizzati da grande variabilità per nome, forma, dimensione, colore, epoca di maturazione, etc.
La scheda predisposta dalla Regione Puglia ai fini dell’inserimento nell’elenco dei PAT riporta, per quest’ortaggio, il termine “Meloncella tonda”, nonché “Meloncella tonda di Galatina” come nome geografico abbinato. È presente, inoltre, il termine dialettale Pupuneddra tonda.
È una coltura con produzioni interessanti, sia in terreni profondi che con abbondante scheletro, in aridocoltura ed in irriguo. La pianta assume il portamento di un piccolo cespo con foglie grandi ma erette. I peponidi hanno forma obovata, con poli schiacciati; sono costoluti, a solchi poco profondi ma che individuano spicchi tutti uguali. L’epidermide è di colore verdone, brillante, poco screziata, liscia e con peli sparsi soprattutto in prossimità del polo prossimale. I peponidi raggiungono grosse dimensioni, mantenendo comunque la croccantezza e la sapidità.
Ai fini delle prove documentali per comprovare l’adozione di regole tradizionali ed omogenee inerenti la lavorazione e conservazione per un periodo non inferiore ai 25 anni, nella scheda predisposta dalla Regione è riportata una testimonianza di Tommaso Vanna. L’autore, nel suo “Galatina” del 1845, descrive l’agricoltura dell’ubertosa Galatina, famosa ancora oggi nel circondario per la fertilità e la produttività delle sue campagne, con queste parole: «I prodotti degli orti sono abbondantissimi e di buona qualità; cosicché Galatina può dirsi che provveda circa venti Comuni limitrofi di ottime verdure. Gli ortolani sono espertissimi e non secondi ad alcuni per l’industria e coltivazione degli ortaggi; cosicché gli altri Comuni si servono di essi per tali lavori (…). La coltivazione de’ melloni è abbondantissima nel territorio di Galatina, piantandosene centinaja di tomolate, di moggia nove ognuna; e tanta è la vendita che si fa di tale frutto, che i contadini pagano di affitto per ogni moggio anche grana ottanta per fare soltanto tale piantagione per un solo anno (…). Si provvedono di tal frutto molti paesi vicini; e si espongono al mercato sino a tutto gennajo, conservandosi quasi per tutto l’anno le meloncelle, che si hanno dalle stesse piante di mellone, per alleggerire la pianta e far ingrossare i due o tre melloni che si lasciano per la maturazione».
Le fonti orali sono concordi nell’identificare la Meloncella tonda come una popolazione specifica di Galatina, prediletta sia nella produzione che nel consumo in questo comune. Al di fuori di Galatina, la Meloncella tonda è perlopiù sconosciuta.
Il Museo Orazio Comes nella ex facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli custodisce alcune preziose tavole in cui sono raffi gurati circa 700 dipinti di varietà coltivate tra Otto e Novecento, tra cui una dedicata alla Meloncella. Nella scheda predisposta dalla Regione Puglia ai fini dell’inserimento nell’elenco dei PAT viene riportata una tavola risalente all’inizio del ‘900, che raffigura la varietà “Tonda di meloncella”.
Vorrei collaborare per il riconoscimento della Cicoria di Oria come PAT. Ci sono agricoltori custodi di questa varieta’ gia’ selezionata da Voi?
No. Se lei ha documenti storici che dimostrino la presenza sul territorio di questa varietà possiamo sviluppare la collaborazione.