La società Ex-Terra consegna a BiodiverSO i semi delle varietà in conservazione

Le attività di conservazione in-situ sono realizzate in collaborazione con il DISAAT

Come già documentato in un precedente articolo, la società Ex-Terra di Ceglie Messapica (BR) è impegnata nell’attività di conservazione in-situ di alcune risorse genetiche vegetali autoctone a rischio di erosione, ed in particolare le varietà di pomodoro Regina ‘a scràsc’ rosso e giallo, le varietà di melone ‘fiore di fava’ e ‘gaghiubbo’, la cima di rapa ‘quarantina’ di Francavilla Fontana ed infine un ecotipo locale di bietola da coste rossa.

Nelle scorse settimane, i tecnici del DISAAT hanno incontrato i responsabili della società, Angelo Giordano e Valerio Tanzarella, per ricevere alcuni campioni di seme delle varietà conservate, in modo da provvedere alla loro conservazione ex-situ presso le strutture del DISAAT e del CNR-IBBR. In occasione della visita, grazie alla disponibilità di Valerio e Angelo, sono state raccolte alcune informazioni interessanti ai fini della documentazione dell’origine delle sementi e delle principali caratteristiche delle varietà in questione, e tali informazioni sono di seguito riportate.

 

 Angelo Giordano (a sinistra) e Valerio Tanzarella (a destra) consegnano al progetto BiodiverSO alcuni campioni di seme delle varietà in conservazione.

Pomodoro Regina ‘a scràsc’ di Ceglie Messapica

Gli ecotipi agrari di pomodoro regina ‘a scràsc’, rosso e giallo, sono così definiti poiché nel dialetto di Ceglie Messapica il termine ‘a scràsc’ significa ‘rovi’, e quindi richiama il portamento della pianta simile a quello ‘arbustivo’ dei rovi. Il seme è stato originariamente recuperato da un contadino di Ceglie che a quanto pare era rimasto l’ultimo ‘custode’ delle due tipologie di pomodoro ‘a scràsc’, che coltivava in terreni diversi e/o in annate alterne per evitare i possibili incroci tra i due ecotipi. Le piante hanno un accrescimento di tipo semi-determinato, con portamento prostrato e tendenza ad essere rifiorenti e quindi a produrre più palchi fiorali. Rispetto al classico pomodoro ‘Regina’, le piante sarebbero più resistenti alle avversità e più produttive in condizioni pedoclimatiche ‘difficili’, nonché particolarmente adatte alla coltura ‘in asciutta’.

Semi delle varietà di pomodoro regina ‘a scràsc’ rosso (a sinistra) e giallo (a destra), entrambi ecotipi di Ceglie Messapica (BR).

Le bacche del pomodoro ‘a scrasc’, rispettivamente gialle e rosse a maturità nei due ecotipi, hanno la forma tipica del tipo ‘Regina’ ma sono più piccole, e si distinguono per essere particolarmente adatte alla lunga conservazione invernale e alla preparazione di sughi saporiti. Le bacche hanno il sapore tipico di pomodoro da serbo, anche se in passato erano utilizzate per la produzione della classica passata. Si tratta di varietà che producono bacche molto buone, di sapore dolce (il giallo leggermente più del rosso), e con un livello di gradi Brix alla raccolta pari a 5,5-6,2 °Brix, che in fase di post-maturazione arriva anche a 8-9 °Brix. Nel caso della produzione di passate la resa alla trasformazione è piuttosto bassa (25-30%), ma consente di mantenere un caratteristico sapore di pomodoro Regina ‘da serbo’.

Bacche di pomodoro regina dell’ecotipo ‘a scràsc’, del tipo rosso (a sinistra) e giallo (a destra).

 Varietà di melone ‘fiore di fava’ e ‘gaghiubbo’

La varietà di melone ‘fiore di fava’ appartiene alla tipologia dei meloni cosiddetti ‘di inverno’ (Cucumis melo L. var. inodorus), tradizionalmente raccolto e conservato dalle famiglie in cantina nel periodo invernale. I semi di questa varietà sono stati recuperati da un coltivatore di Torre S. Susanna (BR), che coltiva altre vecchie varietà di melone tra le quali anche la cosiddetta ‘minna de monaca’, il melone ‘egiziano’ ed il ‘gaghiubbo’.

Semi delle varietà di melone ‘fiore di fava’ (a sinistra) e ‘gaghiubbo’ (a destra).

Il frutto del ‘fiore di fava’, dalla forma simile ad una palla da rugby, è caratterizzato da placche di colore verdastro, più intense all’apice distale, che sfumano poi verso il colore verde chiaro al punto di attacco del picciolo. Il frutto si presenta leggermente ‘retato’ all’apice distale (se questo carattere dovesse essere più evidente, è probabile che ci sia stato un incrocio spontaneo con altre varietà retate). Il sapore è buono, ed è possibile trovarlo talora in commercio sui mercati locali.

Diversamente dal ‘fiore di fava’, il gaghiubbo ha la forma simile ad una zucca ‘a spicchi’, e può arrivare a pesare anche 3-4 kg, anche se solitamente è più piccolo. Non appartiene alla tipologia dei meloni d’inverno, ed è particolarmente dolce e profumato: è molto apprezzato soprattutto dalle persone anziane, ed il massimo risultato qualitativo si ottiene quando è coltivato ‘in asciutta’. Dopo la raccolta deve essere consumato entro 2-3 giorni, perché altrimenti tende subito a perdere la consistenza e a marcire. Diversamente dal ‘fiore di fava’, il ‘gaghiubbo’ è una varietà difficile da reperire sui mercati locali. Una curiosità è legata al fatto che il nome ‘gaghiubbo’ è associato a livello locale ad alcuni soprannomi o modi di dire: quando una cosa ha una forma ‘strana’, si dice che è stata fatta ‘a gaghiubbo’, appunto.

Meloni delle varietà ‘fiore di fava’ (a sinistra) e ‘gaghiubbo’ (a destra).

La cima di rapa ‘Quarantina di Francavilla’ e l’ecotipo locale di bietola rossa

La cima di rapa ‘Quarantina’ di Francavilla Fontana è stata recuperata da un distributore professionale di sementi orticole di Francavilla, il quale ha l’abitudine di promuovere la raccolta e lo scambio di semi con gli orticoltori locali. Questo particolare ecotipo ha una cima ‘grossa’, ricaccia più volte e può essere molto produttivo. È una ‘quarantina’ e talora è seminata a fine agosto per dare produzione già a settembre. La pianta teme molto gli eccessi idrici, e quindi nei terreni ‘pesanti’ occorre prendere qualche accorgimento che limiti il ristagno. Ha un sapore molto forte, con uno spiccato sapore di ‘rapa stufata’ anche se semplicemente lessata.

Immagini dell’ecotipo di bietola da coste rossa (a sinistra) e della cima di rapa “Quarantina di Francavilla Fontana” (a destra).

L’ecotipo rosso di bietola da costa sembra che sia originariamente frutto di un’ibridazione spontanea tra la bietola da costa e alcune bietole selvatiche con le foglie rossastre presenti a livello locale, riprodotto poi negli anni da alcuni contadini locali. La pianta ha dimensioni intermedie tra la bietola da taglio e quella da costa: si tratta in realtà di un’infestante, ma con il sapore tipico della bietola. La costa fogliare (nervatura principale) ha un colore rosso molto intenso ed un sapore molto dolce e profumato; il colore poi sfuma nel fucsia nelle nervature secondarie. È utilizzata talora per colorare talune preparazioni alimentari (come i risotti), ad esempio impiegando l’acqua di bollitura che acquista un intenso colore fucsia.

Semi dell’ecotipo di bietola da coste rossa (a sinistra) e della cima di rapa “Quarantina di Francavilla Fontana” (a destra).

(A cura della cooperativa AGRIS)

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