La Terra di Bari: uno spaccato sull’ambiente agricolo dei primi anni del Novecento

L’agricoltura in Puglia ha sempre avuto un ruolo preponderante nell’economia regionale. L’attenzione rivolta negli anni allo sviluppo delle diverse colture tipiche della nostra regione è testimoniata anche da testi dei primi del novecento che descrivono, tra l’altro, la tipologia degli orti nostrani, le regioni geografiche coltivate e le specie più diffuse. Nel testo storico “La Terra di Bari”, stampato nel 1900, vengono illustrati diversi aspetti del territorio della provincia di Bari, da quelli storici, agli aspetti economici (proprietà fondiaria e produzione agricola) e a quelli naturali quali la configurazione del paese (clima, terra e acqua).

Interessante la descrizione delle zone agrarie, delle colture più diffuse e degli orti nel barese, caratterizzati da terreni aridi e difficili da lavorare:

“Quasi da per tutto nella immediata vicinanza degli abitati, trovansi estese zone coltivate ad ortaggi, di cui parte si consuma nel paese, parte, talvolta considerevole, si esporta in paesi vicini, ed anche fuori provincia e all’estero, traendo partito soprattutto dai prodotti primaticci. Pochi orti sono privi di acqua totalmente; moltissimi però non ne dispongono in quantità sufficiente per una regolare irrigazione, traendo l’acqua dai pozzi, dove nell’estate e nei lunghi periodi di siccità spesso decresce sensibilmente la falda sotterranea, oppure utilizzando quella piovana che viene raccolta e conservata in cisterne. Essa a tempo opportuno si trae da queste o dai pozzi per mezzo di norie primitive con secchi ed ingranaggi rozzissimi e di legno, per cui l’animale che le muove consuma molta della propria forza per vincere gli eccessivi attriti.

Ne’ terreni asciutti gli ortaggi si coltivano soltanto lungo il periodo di tempo meno arido, e cioè dal settembre a tutto marzo od aprile, traendo così partito dalle acque piovane. Tali orti temporanei ricevono nel periodo primaverile un’altra coltivazione, come il grano turco, le patate, i fagioli, talvolta anche i ceci, i pomidori, il cotone, ed anche il frumento o l’avena o le fave, seminate a ciuffi od a solchetti. Questo di frequente si pratica in orti coltivati con talune crucifere del genere brassica (verze, cavoli fiori, broccoli, rape da cime etc.).

Negli orti irrigui la coltivazione degli ortaggi vi è quasi esclusiva e continua per tutto l’anno.”

Tra le specie ortive più coltivate sono menzionati nel testo i pomodori, presenti nelle zone di Fasano, Mola, Polignano e Bisceglie, commercializzati anche all’estero, e meloni, poponi ed angurie nel Brindisino.

E poi una moltitudine di specie orticole diffuse e ampiamente coltivate nel barese, alcune delle quali sono oggi considerate colture tipiche della nostra regione:

“Per fiori ed infiorescenze coltivansi soprattutto cavoli fiori bianchi e verdicci e broccoli, un po’ meno i carciofi. Per foglia coltivansi i cavoli cappucci, le verze, le biete, e le varie insalate, cioè lattuga, scarola, indivia da taglio, spinaci, ecc. Per getti le rape e le cicorie. Per radici o zucchi: le barbabietole rape, impropriamente chiamate carote ed a Monopoli le patate. Per i gramoli i finocchi ed i sedani, per i bulbi l’aglio e le cipolle. Queste ultime sono coltivate soprattutto ad Acquaviva sui maggesi, d’onde se ne fa una grande esportazione anche all’estero (Dalmazia, Grecia, Austria).

Fra gli ortaggi di Altamura e di Gioia del Colle sono rinomati per la loro sapidità le cime di rapa, le cicorie da taglio, i finocchi ed i sedani da gramoli. Buoni ortaggi danno pure Mola e Monopoli, Bisceglie, ricercati soprattutto per la precocità della loro raccolta. La maggior parte degli ortaggi serve per consumo locale. Si fa un po’ di esportazione verso il settentrione d’Italia ed anche all’estero di cavoli fiori, verze, cetrioli, finocchi, sedani, cipolle, aglio, unitamente ai piselli primaticci, ottenuti pure negli orti.

Formano oggetto di gran commercio i pomidori, sia, in frutti riuniti in grappoli per consumo autunno-invernale in provincia e fuori, sia conservati interi o privi del seme, oppure ridotti in estratto e posti in bottiglie, vasi, scatole, etc. È questa pianta una vera risorsa in moltissimi paesi per il maggior numero di ortolani e di fittaiuoli di piccoli fondi, che ne commerciano i frutti tal quali o preparati, come si è detto, a prezzi quasi sempre rimuneratori.”

 

In collaborazione con la Dott.ssa Emanuela Blanco e con La Poderosa Soc. Coop.

La Terra di Bari
La Terra di Bari

 

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