A cap du murt

La ‘testa di morto’ (cavolo rapa o ‘grucciolo’)

In tutta la provincia di Bari, il cavolo rapa è conosciuto con il nome di “chepe de murte” (con la “e” muta, “testa di morto”), ma a Putignano viene indicata con il termine “Grucciolo”.

Ancora una volta, il variopinto linguaggio tipico della Puglia ci offre una chiave di lettura per la differenziazione varietale che, probabilmente, è il risultato della selezionata operata nel tempo dagli stessi agricoltori putignanesi. Infatti, per una serie di eventi favorevoli, la tradizione orticola putignanese è ancora tenuta in vita dai biopatriarchi del luogo (già incontrati nel Progetto BiodiverSO). Stiamo parlando di Roberto Galluzzi (vivaista), che si occupa della produzione del seme (ereditato ormai da generazioni), e Pasquale Pesce (orticoltore), che oltre alle varietà ibride di cavolo rapa coltiva i “Gruccioli”, varietà locale di cavolo rapa, che si presentano con un aspetto più rustico, un maggior numero di germogli (“i figghiule“) e un sapore decisamente più forte rispetto alle varietà commerciali.

Nel corso delle ricerche sulle tradizioni e sulle tecniche colturali riguardanti questa specie, abbiamo acquisito un’informazione molto interessante che apre nuovi scenari per la scoperta della differenziazione di questa e di un’altra varietà locale di Brassicaceae; infatti, i “Gruccioli” che non ingrossano l’epicotile (la parte edule del cavolo rapa) vengono definiti “colghèzzòne“, cioè pianta che produce solo foglie e va scartata per evitare che possa impollinare altre piante. Questo termine viene utilizzato in generale per indicare le Brassicaceae che non producono e si comportano come un “colghèzze“, cioè un cavolo da foglia. Da questo appellativo potrebbe deriva il termine “Cole rizze” (il “Cavolo a foglia riccia”).

Colghezzòn
Pianta di cavolo rapa che produce solo foglie.
Pianta di cavolo rapa
Cavolo rapa

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