Palazzo Madama a Torino propone dal 29 gennaio all’11 aprile una mostra diversa da solito: l'”Eccentrica Natura” del pittore fiorentino Bartolomeo Bimbi, considerato nel Settecento maestro nel dipingere la natura nelle sue molteplici forme. Antichi tartufi, zucche e cocomeri enormi, strani cavolfiori, grosse albicocche, limoni cedrati giganti; e ancora cardi, meloni, fave, spighe di grano, grappoli d’uva, pere, datteri, barbabietole, girasoli, cavoli, funghi, castagne: sono questi i protagonisti dell’arte di Bimbi (1648-1730), che il pittore riproduce quasi fossero ritratti, in un periodo della storia dell’arte in cui era consuetudine diffusa mettere l’arte al servizio della scienza. Per il pittore che lavorava alla corte del Granduca Cosimo III dei Medici, le stravaganze offerte dalle specie di vegetali più diverse altro non erano che una manifestazione divina, e per questo degne di essere dipinte con la massima cura. Insieme al botanico di corte, Pier Antonio Micheli, Bimbi iniziò un grande lavoro di catalogazione sistematica organizzato per specie, stagione, provenienza, documentando la diversità vegetale e colturale che tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento era a disposizione negli immensi terreni della corte medicea, dove si sperimentavano nuovi innesti, essenze e sementi sconosciute. Il frutto di questo grande lavoro di catalogazione scientifica è un corpus di opere unico nel panorama pittorico italiano, annoverabile tra i vertici della pittura di natura morta dell’epoca, oggi conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università degli studi di Firenze e al Museo della natura morta nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, da cui provengono i 25 dipinti in mostra a Palazzo Madama. Accanto ai quadri, una sessantina di magnifici modelli in cera raffiguranti frutti a grandezza naturale sempre provenienti dal museo fiorentino. Le riproduzioni, realizzate da alcuni sapienti ceraioli come Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai, costituiscono una collezione unica al mondo per bellezza e rigore scientifico. A completare l’esposizione anche trenta raffigurazioni in cera provenienti dal Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti di Torino. La mostra è a cura di Stefano Casciu e Chiara Nepi, con la collaborazione di Simone Baiocco.
