Sono numerose le specie spontanee commestibili raccolte nei paesi dei Monti Dauni. Tra queste abbiano ritrovato la “mustazz d’crapa“, la barba di capra. Questo è il nome popolare della scorzonera bianca o scorzobianca (Tragopogon porrifolius L.). La radice di questa specie è bianca, anziché nera come nella scorzonera (Tragopogon hispanica L.).
La origine etimologica del genere deriva dal greco “tragòs” = “capra” e “pogòn” = “barba” con riferimento alla forma del pappo sericeo presente sui frutti (vedi foto 1). La etimologia della specie è da ascrivere alla morfologia della parte aerea della pianta, molto simile al porro (prima foto di questo post). Il Tragopogon porrifolius appartiene alla famiglia delle Asteraceae e possiede la caratteristica tipica di questa famiglia di produrre lattice che si vede fuoriuscire dai vasi al taglio della pianta (seconda foto di questo post). La sua radice è fittonante, robusta e ricca di sostanze di riserva tra cui l’inulina. Di questa pianta si consumano sia le giovani foglie crude, in insalate oppure bollite, sia le radici a cui si attribuiscono proprietà depurative, diuretiche, espettoranti.

