In Puglia è molto diffuso il consumo di varietà locali di melone (Cucumis melo L) immaturo, raccolto allo stadio verde. Le diverse varietà possono essere ricondotte soprattutto a due tipi: carosello e barattieri.
La Cooperativa San Rocco, partner del progetto BiodiverSO, sta studiando le tre principali tipologie di carosello coltivate, commercializzate e consumate nel leccese: le ‘Meloncelle’ (Melongedda) bianche, striate e nere. Il nome ‘Meloncella’ ha preso il sopravvento sull’altro nome con cui queste popolazioni vengono anche indicate: ‘Spuredde’.
La Cooperativa San Rocco sta sviluppando attività di indagini di etnobotanica, recupero delle risorse genetiche e caratterizzazione dei frutti.
L’uso continuo che si fa di più nomi per indicare lo stesso tipo di carosello ha sempre generato (e sarà sempre così) confusione. Io coltivo caroselli sul balcone da qualche anno. Mi sono avvalso dei consigli che una decina di anni fa mi ha dato uno dei ricercatori del CNR di Bari, Angelo Parente, su come coltivare questo splendido ortaggio in verticale. Devo dire che la produzione è sempre abbondante. L’anno scorso una pianta di Carosello di Manduria in vaso mi ha dato oltre otto chili. Come dicevo prima, però, l’uso di sinonimi per indicare lo stesso carosello crea confusione. Io invio semi di caroselli a chiunque me ne faccia richiesta, anche all’estero (Stati Uniti compresi), ma spesso i miei amici mi chiedono due-tre volte gli stessi semi perché non sanno, tanto per fare un esempio, che meloncella e spuredda sono la stessa cosa. Detto questo, continuate a parlare di questo splendido e gustosissimo ortaggio. Grazie e a risentirci presto.