Orticoltore da sempre

Matteo Schiavone (73 anni) coltiva il suo orto a Lucera (Porta Troia, Grotta Arena) da quando era piccolo e dovette sostituire il padre anche in questa attività. Coltiva i pomodori “prunill”, ‘Roma’ e ‘Torremaggiorese’; la cicora scarola riccia, che  lega per farla diventare bianca; la cicoria catalogna a puntarelle; la bietola da costa; melanzana; zucche di vari tipi; i peperoni friggitelli; peperoncini; insalata riccia. E ogni anno si autoproduce il seme.

Ha circa 400 piante di ‘Carciofo di Lucera’. Dopo aver coltivato la stessa carciofaia per 33 anni nello stesso posto, ha dovuto spostarla perché nelle immediate vicinanze hanno costruito una strada. Nonostante 33 anni continui di coltivazione delle stesse piante sullo stesso terreno, la carciofaia non presentava patologie ne’ cali di produzione. Anzi, le piante erano diventate così grandi da invadere consistentemente l’interfila e non permettere di far crescere i carducci.
Matteo evita di il più possibile l’utilizzo di prodotti chimici.
Le concimazioni le fa con i residui colturali, che sparge sul terreno e poi fresa con un motozappa inglese risalente all’ultima Grande Guerra.
Sul carciofo ha riscontrato attacchi di afidi, nelle mattine più umide, lumache e una larva che chiama “verme police”, molto probabilmente la depressaria poiché la descrive come un “verme nero sottile e lungo”.
I carciofi sono coltivati in asciutto; per il controllo delle infestanti fresa tra le file fino a quando queste non si coprono, mentre tra le piante sulla fila usa la zappa.
La dicioccatura avviene tra luglio ei agosto. La raccolta dei capolini inizia ad aprile.

Fonte: Testimonianza raccolta dallo studente Francesco Di Giovine iscritto al secondo anno della laurea magistrale “Gestione e Sviluppo Sostenibile dei Sistemi Rurali Mediterranei”

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