Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali (DiSTeBA) – Università del Salento

Provincia LE

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (DiSTeBA) dell’Università del Salento è ospitato nel campus universitario denominato Centro ECOTEKNE lungo la Strada Provinciale Lecce – Monteroni, e nell’adiacente ex Villa Tresca. Strutture dipartimentali esterne, dislocate nel territorio, sono: il Centro di Ricerche per la Pesca e l’Acquacoltura (CeRPA, presso lo stagno di Acquatina); il Museo dell’Ambiente (MA) nel complesso Ecotekne, il Museo di Biologia Marina (MBM a Porto Cesareo; l’Osservatorio Ecologico della Salute degli Ecosistemi Mediterranei (OESEM), ad Otranto; l’Orto Botanico, nel complesso Ecotekne.
L’attività scientifica del DiSTeBA dell’Università del Salento viene svolta da ben 35 Laboratori di Ricerca e si articola in 4 sezioni scientifico-culturali ampiamente riconducibili ai campi della: Biologia Cellulare e Molecolare; Biologia dell’Uomo e Sanitaria; Biologia dell’Ambiente; Chimica.
Il DiSTeBA fa parte di alcuni consorzi nazionali, di consorzi tematici Europei, di Centri di Competenza Nazionale e di Reti di Laboratori Pubblici di Ricerca, di 1 network di eccellenza europeo.
Nel progetto BiodiverSO è coinvolta l’unità di ricerca Orto Botanico che conduce ricerche sulla biodiversità agraria del territorio salentino, in rapporto alla biodiversità vegetale spontanea ed allo stato di salute degli ecosistemi naturali, attuando anche il reperimento di germoplasma di varietà locali da contadini custodi per attività di caratterizzazione morfobiometriche e di inquadramento tassonomico, e per successive valutazioni biomolecolari.

L’Orto Botanico del DiSTeBA per la difesa della biodiversità del Salento

La conservazione ex situ è prevista dall’art. 9 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) ed attuabile presso gli Orti Botanici che favoriscono studi scientifici, assicurano materiale per la loro ridiffusione.
Verso la fine del XX secolo, l’esigenza di risposte concrete ai problemi ambientali e le necessità didattico-scientifiche della biologia vegetale resero inderogabile l’istituzione di un moderno Orto Botanico nel territorio salentino. Così, nel 1990, il Consiglio del Dipartimento di Biologia approvò la proposta di istituire un Orto Botanico universitario. In attesa di una sede idonea non solo alla conservazione ex situ, ma anche alla ricettività del pubblico, i lavori di reperimento e propagazione delle specie autoctone per l’allestimento delle collezioni vive iniziarono presso un’area situata all’interno del Polo scientifico universitario Ecotekne. La ricerca scientifica nel settore sistematico ed ecologico venne da subito orientata allo studio della genesi della flora mediterranea e salentina in particolare, privilegiando quelle che presentavano problematiche tassonomiche e fitogeografiche o la cui sopravvivenza era in pericolo. Anche in questa occasione l’Orto Botanico del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali (Di.S.Te.B.A.) dell’Università del Salento, ha assunto una connotazione improntata sulla modernità; infatti, la struttura si è riproposta al pubblico ed al mondo scientifico con finalità che hanno puntano soprattutto alla conservazione delle piante ex situ, alla divulgazione della cultura scientifica su tutti i livelli di conoscenza ma anche ad un intervento attivo sul territorio per progetti di riqualificazione ambientale, insomma, una struttura altamente integrata, in cui interagiscono ricerca, didattica, divulgazione scientifica, attività culturali parallele ricreative.
Nel 1998 nell’ambito del Programma Comunitario Interreg II Italia-Albania, Misura 3.2 il Laboratorio di Botanica Sistematica ed Ecologia vegetale e l’Orto Botanico dell’Università del Salento hanno presentato un progetto per la realizzazione di un “Centro Studi per la Protezione e la Conservazione delle specie Botaniche del Mediterraneo”, insomma, una istituzione di importanza transfrontaliera con finalità di ricerca, di tutela ambientale e di conservazione ex situ della biodiversità vegetale mediterranea, soprattutto quella delle regioni orientali, delle quali Puglia e Albania costituiscono il riferimento. Il Progetto Interreg II ha fornito l’occasione per avviare i lavori per la costruzione di un’ampia e idonea sede dell’Orto Botanico, presso Masseria S. Angelo, e per procedere alla costituzione di una Fondazione per la sua gestione insieme con i partners interessati. Ad oggi, l’Orto Botanico è costituito ancora da due nuclei: uno annesso al centro Ecotekne (Polo di Villa Tresca) di circa un ettaro e mezzo; l’altro, in fase di definizione, in località Masseria S. Angelo, nei pressi della nuova tangenziale est di Lecce, di circa quindici ettari, concessi in affitto all’Università mediante accordi con il comune e l’I.S.P.E.
Presso la sede di Villa Tresca, era stata avviata un’intensa attività vivaistica, per la propagazione e moltiplicazione di tutte le specie della flora salentina da trasferire nella sede definitiva per la realizzazione di quinte verdi lungo il perimetro e per la riproduzione di ambienti naturali (macchia mediterranea in tutte le sue tipologie, ambienti umidi, ambienti dunali, coltivi arborati, ambienti rocciosi). In parallelo, le attività dell’Orto Botanico si sono sviluppate nel perseguimento delle linee guida dettate dall’International Union Conservation Nature (IUCN): analisi della biodiversità territoriale; mantenimento di collezioni tematiche vive; messa a punto di protocolli di propagazione e coltivazione in vivai con attrezzature specializzate; raccolta di materiale propagativo sotto forma di semi da scambiare con altre istituzioni e da conservare in una Banca semi a medio e breve termine; moltiplicazione delle specie strutturanti e fisionomizzanti dei principali habitat naturali; interventi di rinaturalizzazione negli ambienti degradati con potenziamento dei popolamenti danneggiati; attività didattico-divulgative.
La valutazione della consistenza floristica del territorio salentino ha permesso di definire il valore d’uso della biodiversità vegetale, individuando quali e quante sono le specie meritevoli di conservazione e/o di programmi di rivalutazione, perché ancora in uso in particolari settori economici locali. Nuovi settori di applicazione delle specie spontanee sono già quello della fito-rimediazione e della produzione di bio-massa da destinare alla produzione di bioetanolo. In questi ultimi anni, si cerca di persuadere il settore industriale all’utilizzo degli estratti vegetali in sostituzione ai pigmenti di sintesi: coloranti ed aromi vegetali in sostituzione di quelli chimici; impiego di specie “biocide” in alternativa agli erbicidi di sintesi; principi vegetali ad attività battericida (e quindi conservanti) da utilizzare nell’industria conserviera. Particolare riguardo viene dato anche alle specie di interesse alimurgico (uso alimentare di piante spontanee): più di 150 specie autoctone rientrano ancora nell’alimentazione locale come aromatiche o come ingredienti di pietanze tipiche.
Le collezioni vive realizzate nell’Orto Botanico rappresentano buona parte della diversità vegetale del territorio regionale e costituiscono una fonte di materiale di propagazione per specie ad alto rischio di estinzione o addirittura estinte in natura
Le principali collezioni vive mantenute in Orto si articolano lungo un percorso ostensivo contraddistinte dai seguenti temi:

  • Collezione di specie rare ed endemiche inserite nella Lista Rossa Regionale e Nazionale, di specie con valore fitogeografico e sistematico.
  • Campo catalogo di specie spontanee di interesse farmacologico od officinale.
  • Campo catalogo di specie selvatiche progenitrici di quelle di interesse agronomico.
  • Collezione di fruttiferi e di specie orticole rappresentanti cultivar locali
  • Collezione di specie idrofite di interesse artigianale.
  • Collezione di specie strutturanti della macchia mediterranea e delle dune.
  • Collezione di piante spontanee aromatiche di interesse gastronomico o industriale.

La tutela della biodiversità agraria del territorio salentino, è uno dei settori di particolare interesse dell’Orto Botanico, che provvede al reperimento ed alla conservazione di antiche cultivar di fruttiferi minori (quali fichi, vitigni, peri, meli, melograni, agrumi, mandorli, pruni, corbezzoli, carrubi) e sementi di varietà orticole, anch’esse in via di estinzione o in forte erosione genetica.
Di particolare importanza sono state le attività dell’Orto Botanico nell’ambito del progetto Co.Al.Ta (Colture Alternative al Tabacco), avviato su iniziativa del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea, per l’individuazione di ordinamenti colturali che potessero sopperire la coltura del tabacco, l’abbandono della quale ha inferto un duro colpo all’agricoltura meridionale. Nell’ambito di tale progetto, la scelta delle verifiche agronomiche da effettuare in Orto Botanico ha tenuto conto dell’estrema fragilità di sopravvivenza di alcune varietà locali e della necessità di riproporle non per soddisfare futili nostalgie, ma per un’adeguata continuità d’uso dei campi e delle tecniche colturali rispettose delle caratteristiche pedoclimatiche del terreno. La finalità principale è quella di ripristinare una produzione agricola che garantisca sulle tavole salentine i sapori ed i principi nutritivi dell’alimentazione locale,
l’Orto Botanico viene ad identificarsi quale promotore di cultura oltre che di colture che attua programmi di Conservazione della Natura calibrati alle diverse realtà locali, secondo una rete che interagisce anche con il livello sovra-locale, perseguendo un globale programma di salvaguardia.

 

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www.ortobotanico.unile.it

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