Per un futuro a misura di campagna

Fino a qualche anno fa, i figli degli agricoltori fuggivano dalla terra e dalla fatica nei campi per avere una vita più comoda, con meno sacrifici. Da qualche anno, dopo la crisi economica che ha interessato soprattutto il nostro paese, i figli degli agricoltori, non avendo prospettive in altri settori economici, hanno iniziato a guardare alla terra con maggiore attenzione, rivalutando il lavoro nei campi e la qualità della vita contadina. Alcuni di loro hanno riscoperto la civiltà contadina e hanno iniziato a pensare a come migliorare la condizione dei propri genitori per avere una nuova prospettiva, restando nelle aziende famigliari. In questo contesto hanno rivalutato la biodiversità e la sostenibilità, che poi due facce della stessa medaglia culturale. Se questa è la situazione, soprattutto al Sud, i Comuni dovrebbero riprendere a sostenere e a promuovere il lavoro nei campi e il valore dei prodotti della terra. Per troppi anni le amministrazioni comunali hanno abbandonato l’agricoltura a sé stessa. Ora, invece, dovrebbero promuovere i prodotti locali, le filiere corte, la dieta sostenibile, le tradizioni contadine. Così facendo, l’agricoltura riprenderebbe il suo ruolo primario nell’economia di molti comuni, migliorerebbe la qualità della vita e saremmo tutti più sani e contenti.

Ecco alcune cose da fare: fare conoscere il territorio agrario, l’agrobiodiversità e le tradizioni legate alla terra; recuperare, caratterizzare e valorizzare le antiche varietà; promuovere itinerari della biodiversità, comunità del cibo e mercati contadini; creare partenariati per avere più forza contrattuale e sfruttare le opportunità offerte dalla politica comunitaria.

4 Commenti su “Per un futuro a misura di campagna”

  1. Mi riconosco tra i giovani tornati tra le file arate dei campi, per passione, per scelta. Concordo pienamente sulla importanza di un mirato percorso di valorizzazione.

Lascia un Commento

Devi essere loggato per poter commentare.

« Back