Perchè “Cavolo di San Giuseppe”?

Oggi siamo a Capurso, un paese ormai quasi assorbito dalla città di Bari. Curiosi, come sempre, siamo andati a trovare, purtroppo in una giornata uggiosa come solo marzo sa regalarci, il signor Luigi Mariani che era in compagnia del suo amico d’infanzia Nicola Cuccovillo.  Ed anche questa volta l’incontro con i biopatriarchi è stato ricco di sorprese.

Luigi e Nicola trascorrono il tempo libero coltivando l’orto sul terreno di proprietà della famiglia di Luigi, stretti e ormai circondati da cemento, auto e asfalto.

I due amici ci accolgono felici e cominciano a mostrarci il loro orto. L’attenzione corre subito a due piante singole, isolate dal resto dell’orto…  Brassicacea certamente, con le foglie simili a quelle del Cavolo riccio  ma che Luigi chiama “Cavolo di San Giuseppe”. La peculiarità di questo Cavolo riccio sono le foglie più sottili e soprattutto più frastagliate del solito. Altro elemento particolare è, a dire di Luigi, la grossa infiorescenza, davvero rilevante, come del resto le infiorescenze secondarie. Purtroppo però non ricordano perchè si chiami “Cavolo di san Giuseppe”. Hanno isolato le due piante per portarle a fiore e cercare di ottenere i semi (che ci hanno promesso), poi ci ha mostrato la Cima di cola (circa 50 piante) e la cicoria “barese” con coste più sottili.

Ma   abbiamo scorto nei solchi piccole piante di cipolla… detta “cipolla a limone” (?). Luigi racconta orgoglioso che questa cipolla la ricorda sin da piccolo sui mercati di Bari,  rossa e a forma di limone. Questa la  vogliamo rivedere. Luigi ormai è un fiume in piena; ci parla invitandoci alla raccolta di un pomodoro che per fine mese di marzo comincerà a seminare, il pomodoro “prunetto”, pomodoro piccolo e un po’ ovale, anche questo “antico”.

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