I bambini, si sa, si stupiscono facilmente. Quello che fa stupire gli adulti è invece la semplicità con cui i bambini si stupiscono…
Qui vi vogliamo raccontare l’esperienza fantastica di un bambino in compagnia di suo nonno, di conoscenze tradizionali che si stanno perdendo e che sono parte integrante dell’agrobiodiversità.
In una soleggiata domenica di maggio, nei pressi di Quasano, un anziano signore è in compagnia del suo nipotino; entrambi sono intenti ad osservare un pianta di papavero in fioritura. Il bambino ride. Non ha più di cinque anni; il nonno lo segue pazientemente.
Il bambino prende un petalo di papavero e lo ripiega in due; crea una sacca d’aria e la fa “scoppiare” sul suo braccio. Il nonno sorride con il nipotino, che felice continua a raccogliere i petali di papaveri rossi e a giocare con il suo gioco. La semplicità della natura e la creatività dell’uomo. Il nonno pensa a quel suono che gli ricorda la lontana guerra, la Germania e la sua prigionia.
Il papavero come gioco, come pianta commestibile, come stimolo di riflessione…
“Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.”
Fabrizio De Andrè