In questi giorni il gustoso ortaggio (la “pestanaca”, la ‘Carota di Santo Ippazio’) comincia ad essere consumato! Lo ha raccolto per noi il custode Ippazio Belcuore, che nel suo campo lo coltiva da circa 15 anni e prima di lui, suo padre, da oltre 30 anni. Il suo fondo, sito in contrada Muleddhu di Tiggiano, in provincia di Lecce, è collocato in prossimità del SIC (Sito di Interesse Comunitario) Bosco Le chiuse, situato sulla cresta della Serra di Tricase, la quale, dopo qualche centinaio di metri, termina a strapiombo sul mare nella suggestiva località “Montagna du Calinu”. Da anni, il Sig. Belcuore tenta di meccanizzare la coltivazione della carota (“pestanaca”) di Santo Ippazio, ricercando o adeguando macchine agricole ed attrezzature che possano facilitare la semina e la raccolta. Ci spiega le sue tecniche colturali: in agosto, il terreno ben lavorato e soffice viene organizzato in bauli a cono, larghi 25 cm ed alti 25-30 cm, sulla sommità dei quali colloca due manichette ad ala gocciolante; effettua la semina sull’estremità di entrambi i lati obliqui del baule, in modo che l’eccesso di acqua tenda sempre verso il basso, senza mai ristagnare. Fondamentale per la raccolta, è il suo tridente che affonda nel terreno ancora soffice, alla base del baule, per sollevare dal basso piccole zolle nelle quali le gustose carote maturano e che, scrollate dalla terra, appaiono con la loro colorazione vinaccia che sfuma verso l’arancione nella porzione distale.
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