Anche se viene utilizzato come spezia, l’ortaggio fresco che costa di più al consumatore è lo zafferano, di cui si utilizzano gli stimmi, i filamenti rossi con cui si preparano diverse ricette tradizionali. Un chilo di zafferano italiano di qualità superiore può costare fino a 30.000 euro (ma per insaporire quattro porzioni di risotto alla milanese occorre solo un decimo di grammo).
Altri ortaggi che costano più di 4-5 euro al chilo sono i capperi e l’aglio. Al di là di tutto ciò che potrebbe essere un prodotto extrastagionale.
Comunque, molti ortaggi che acquistiamo hanno solo una parte commestibile, mentre il resto finisce nella pattumiera. A volte buttiamo più della metà di quello che acquistiamo. Si pensi, ad esempio, alle cime di rapa, ai carciofi o al finocchio. Ciò che finisce in discarica e in un impianto di trattamento dei rifiuti non fa che aumentare il costo del prodotto per la comunità. Dovremmo pensare anche a questo quando facciamo i nostri acquisti.