Francesco DI GIOVINE ha conseguito il titolo di dottore magistrale in GESTIONE E SVILUPPO SOSTENIBILE DEI SISTEMI RURALI MEDITERRANEI presso l’Università di Bari discutendo la tesi di Laurea Magistrale in ORTICOLTURA “Caratterizzazione di un’antica varietà di carciofo: il Carciofo di Lucera”.
Il Carciofo di Lucera è un’antica varietà locale. Per questa risorsa genetica a rischio di estinzione, nell’ambito del progetto di ricerca “Biodiversità delle specie orticole della Puglia (BiodiverSO)” sono state sviluppate otto attività: 1 – Acquisizione di informazioni di etnobotanica; 2 – Recupero di materiale per la propagazione; 3 – Conservazione ex situ; 4 – Caratterizzazione; 5 – Risanamento; 6 – Archiviazione dati; 7 – Redazione schede; 8 – Conservazione in situ.
La coltivazione del Carciofo di Lucera potrebbe essere stata introdotta in Puglia dai Saraceni, prima degli Spagnoli. Ciò farebbe anticipare di duecento anni la data di introduzione del carciofo in Italia.
Nel corso del lavoro di tesi sono state recuperate e coltivate tre accessioni di Carciofo di Lucera partendo da carducci prelevati da carciofaie di tre anziani agricoltori lucerini. I carducci sono stati piantato e conservati nel campo catalogo dell’IBBR-CNR all’interno dell’Azienda Martucci di Valenzano (Ba).
Per la caratterizzazione di questa varietà locale è stata realizzata una prova sperimentale in agro di Lucera. Le piante e i capolini sono stati descritti dal punto di vista agronomico, morfologico e molecolare. La caratterizzazione morfologica è stata eseguita utilizzando i descrittori UPOV. Dai risultati conseguiti è emerso che una delle tre accessioni recuperate non è ascrivibile al Carciofo di Lucera, anche se tutte le tre accessioni sono ascrivibili al gruppo dei Romaneschi.
Il Carciofo di Lucera è una varietà tardiva che produce un capolino principale ovale e altri 3-4 capolini secondari/terziari per pianta. I capolini primari si presentano di grosse dimensioni con brattee esterne verdi con striature violette e sfumatura tendente al bronzo ed una spina di piccole dimensioni. Gli altri capolini si presentano di dimensioni man mano più piccole al diminuire del livello gerarchico sulla pianta.
Con l’aumentare della maturazione, la pigmentazione viola sulle brattee interne aumenta, così come il ricettacolo, che si presenta di medie dimensioni, e tende a modificare la sua forma da lievemente depressa a piatta.
Bassa è l’altezza delle piante le cui foglie, nella pagina superiore, hanno un’intensità media del colore verde ed un portamento assurgete.
Per il risanamento da funghi e virus è in corso di svolgimento presso il vivaio dei fratelli Corrado, a Torre Santa Susanna (Br), la micropropagazione e la termoterapia del materiale prelevato.
Le informazioni e le conoscenze acquisite durante le varie fasi sono state catalogate nelle banche dati informatizzate del progetto BiodiverSO.
Inoltre, è stata elaborata una scheda sintetica finalizzata alla descrizione e alla facile individuazione del Carciofo di Lucera.
Come attività di divulgazione sul territorio, il Carciofo di Lucera è stato inserito nell’Almanacco BiodiverSO (Eco-logica editore, Bari, 2015) e nel libro Racconti Raccolti (Eco-logica editore, Bari, 2015); infine è stato presentato un poster nel corso del 110° Congresso della Società Botanica Italiana – 2° International Plant Science Conference.
Nel PSR Puglia 2014-2020 il Carciofo di Lucera è stato inserito tra le varietà a rischio di erosione/estinzione. Anche per questo è auspicabile che venga iscritto nel registro delle varietà da conservazione.
- Copertina tesi Di Giovine
- Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine
- Dalla dissertazione di Francesco Di Giovine