Luigi Conte vive a Galatina, in un’area urbanizzata che costeggia una zona verde, una sorta di bacino alluvionale dove si concentrano per tempi limitati le acque piovane.
Dalla strada non si scorge, ma proprio in quella zona verde c’è un piccolo orto, con un grande noce, dei fichi e altri alberi da frutto. Questo è il campo coltivato da Luigi e sua moglie Domenica che, nonostante la veneranda età, continuano ad occuparsi della terra.
Il fiore all’occhiello dell’orto di Luigi sono i pomodori, di cui possiede alcune varietà da più di trent’anni.
Il pomodoro d’inverno oblungo, simile ad altri ritrovati nella zona del leccese e denominati “lamàsciani” (dal nome di una susina), è di pezzatura molto grossa, rosso e piriforme. Viene coltivato “in seccagno” cioè con poca acqua. I pomodori si raccolgono non appena il primo frutto sul grappolo diventa rosso: allora si taglia l’intero grappolo e lo si conserva tramite il sistema delle “pende”. Luigi ha avuto i semi di questo pomodoro nel 1975 e, da allora, lo riporduce da seme.
Anche il pomodoro “tondo con il pizzo”, di cui Luigi è custode, si coltiva senz’acqua. Come suggerisce il nome, è un pomodoro sferico, rosso tendente all’arancio, con una punta alla base. Si preparano le giovani piantine per il giorno di San Pietro; piantine che possono arrivare fino a settembre quando, se lo si desidera, si possono potare per farle fruttificare nuovamente con le temperature più miti.
Un altro magnifico ortaggio custodito da Luigi è la meloncella tonda. Da quando ha avuto i semi, anche questi nel 1975, non ha smesso di riprodurla di anno in anno. Di forma perfettamente sferica, di color verde scuro, presenta leggeri solchi e costolature verde chiaro. La sottile e rada peluria tende a sparire con l’avanzare della maturazione. Anche questa varietà viene coltivata con pochissima acqua. Luigi ci racconta che una volta questa meloncella era molto diffusa a Galatina, ma è stata poi soppiantata da altre varietà più produttive con l’utilizzo dell’acqua. Per produrre le piantine, nel periodo di Pasqua si pongono i semi un calzino umido, chiuso e posto al sole, fino a quando non emettono il germoglio. A questo punto si piantano.
Altre varietà custodite sono la “zucchina corta”, che ha la peculiarità di presentare righe più chiare sulla buccia, e la “cucuzza genovese”. Anche queste provengono dal corredo di semi che Luigi ha avuto dal padre.
La signora Domenica ci mostra invece un bellissimo albero di fico, innestato con tre o quattro varietà differenti. È stata lei ad innestarlo. Ci racconta che questa operazione si compie nel periodo della celebrazione di San Pietro, con la luna piena. Ci mostra anche una varietà di fico che fruttifica, ci dice, senza l’ausilio del caprifico.
Alla fine della nostra lunga chiacchierata, salutiamo i coniugi Conte e li ringraziamo della loro disponibilità e gentilezza, stupiti da come tanti tesori si nascondano negli angoli più impensati del paese e che forse un giorno saranno cancellati per costruire nuove strade e palazzine. Ci rattrista pensare che allora potrebbero sparire questi stupendi alberi e quest’orto, scrigno di biodiversità. Ma per il momento, andiamo via contenti di aver contribuito, in piccola parte, alla conservazione della memoria e alla trasmissione di semi e di saperi.








COME POSSO COMPRARE I SEMI DEI POMODORI DI INVERNO
Buongiorno, dubito siano in vendita, potrebbe provare a contattare l’autore del post, o recarsi nei mercatini per lo scambio dei semi.