Una varietà perduta? Giovanni Alò ci racconta la storia del pomodoro “a perone”

Proseguendo le attività di esplorazione territoriale alla ricerca di varietà locali di interesse per il progetto BiodiverSO, nei mesi scorsi abbiamo visitato l’azienda agricola Alò, ubicata in contrada L’Assunta a Monopoli (BA), a pochi passi dal mare. L’azienda è condotta da Giovanni e Vito, rispettivamente padre e figlio, che condividono la passione per l’agricoltura, ed in particolare per la coltivazione di varietà orticole tradizionali da valorizzare sui circuiti commerciali locali, seppur con crescenti difficoltà legate alla competizione del prodotto di “massa” di provenienza extra-regionale.

Pomodoro Regina e Cima di rapa fasanese

Nell’ospitarci in azienda, Giovanni e Vito ci portano a visitare un bellissimo campo di cima di rapa della varietà locale “Grossa di Fasano” o “Fasanese”, di cui riproducono e conservano il seme da decenni, coltivandola tipicamente in modo ‘promiscuo’ con le file alternate agli oliveti secolari della zona. Inoltre, Giovanni e Vito ci mostrano il pomodoro “Regina”, varietà tradizionale di Monopoli, Fasano ed Ostuni, le cui bacche sono ben note per la capacità di essere conservabili per lungo tempo grazie  alla buccia spessa, tipicamente ‘appese’ in cantina dopo essere state intrecciate con fili di cotone in caratteristici grappoli. Dal connubio di questi due ortaggi locali ha origine un piatto tipico della provincia barese, le orecchiette con le cime di rapa e pomodoro regina ‘appeso’.

La varietà di pomodoro “a perone” perduta  a causa di una virosi?

Nel corso della visita, il sig. Giovanni ci racconta la storia di una varietà di pomodoro che ritiene ormai perduta, il pomodoro “a perone”: si trattava di una varietà locale simile alla varietà cosiddetta “di Mola”, ma più compatta e di dimensioni più contenute, con una spiccata forma “a pera” ed una bellissima colorazione che virava dal rosso al rosato, con il ‘colletto’ che invece manteneva il colore verde. Si trattava di una varietà ben nota sia sul mercato locale che regionale, ideale sia per il consumo da insalata che per l’estrazione del sugo, e che nelle zone di produzione del litorale di Monopoli acquisiva una particolare sapidità grazie all’acqua salmastra impiegata per l’irrigazione dei campi.

La varietà è scomparsa, a detta del sig. Giovanni, a causa del forte attacco di virosi occorso nel biennio 1998-99, e della particolare suscettibilità mostrata da questa varietà, particolarmente ‘appetita’ dagli afidi vettori per la particolare vigoria della pianta e lo sviluppo fogliare molto ampio. A seguito di queste infezioni, si è ridotta progressivamente la possibilità di riprodurre del seme ‘sano’ (esente cioè da virosi), con il risultato che nessun agricoltore locale è più riuscito a coltivarla, a differenza di quanto avvenuto per fortuna con il pomodoro “Regina”.

Autori: Vito Buono e Ettore Fistola

Un Commento su “Una varietà perduta? Giovanni Alò ci racconta la storia del pomodoro “a perone””

  1. Io ne ho piantati qualcuno, eredità di mio padre, sono abruzzese. Mi sono interessato perchè trovo poco in rete su questa tipologia di pomodori e mi sembrano simili, da noi chiamati “peroni” e basta. La semenza la comprammo a fine anni ottanta, per un periodo, da Ingegnoli a Milano, effettivamente fino a poco prima degli anni 2000 a pensarci bene. Spesso vengono attaccati dalla cocciniglia o cmq da qualche cosa simile, temono molto i ristagni d’acqua ed è vero che sviluppano una foglia molto larga e rimangono leggermente rosati sull’apice. Riesco a coltivarle solo se le porto a piantina entro i primi di maggio altrimenti poi si infestano. Per un po’ ho trovato giovamento alle colture con delle piantine di lino vicino. Peccato non avere una foto da confrontare.

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